Sorveglianza speciale per 3 anni, post su Fb inchiodano Sara Pilè
Il tribunale di Brescia ha disposto la misura della sorveglianza speciale per Sara Pilè, la 25enne bresciana accusata di addestramento con finalità di terrorismo e che, secondo la Digos di Brescia che ha condotto le indagini, avrebbe voluto partire per la Siria con il marito tunisino, espulso dall'Italia su provvedimento del Ministero.
Il giudice Anna Di Martino ha accolto la richiesta del pubblico ministero Silvia Bonardi e disposto la sorveglianza speciale per i prossimi tre anni. Sara Pilè non potrà espatriare, nemmeno lasciare il suo comune di residenza, frequentare moschee e navigare in rete. In una memoria difensiva aveva rigettato ogni accusa: «Vesto il Niqab come una donna musulmana, ma non sono terrorista. È una semplice scelta religiosa».
Ad i chiodarla alcuni post in Facebook come «Oh Allah ti chiedo una morte nel tuo sentiero». «Erano solo preghiere scritte in arabo» ha spiegato ai giudici la 25enne, figlia di un imprenditore e che con il marito tunisino si era prima sposata con rito civile nel Bresciano e poi con quello islamico.
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