Società cartiere e frode, denunciati 5 bresciani di Pisogne

La guardia di Finanza contesta reati fiscali per oltre 1 milione di euro ad una società bergamasca che utilizzava due «cartiere» del Sebino
La Guardia di finanza contesta reati fiscali per oltre 1 milione di euro - © www.giornaledibrescia.it
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Contestati reati per oltre un milione di euro e denunciate sei persone: F.B. di 55 anni, bergamasco di Clusone, titolare dell'azienda responsabile di aver utilizzato fatture false nelle dichiarazioni dei redditi ed Iva, e cinque bresciani di Pisogne - M.Z. di 41 anni, P.F.  38, L.B. 43, L.B. 40 e S.G. 39 - rispettivamente legali rappresentanti (prestanome) e amministratori «di fatto» delle due «cartiere» che si sono prestate ad emettere i falsi documenti.

A scoprire il raggiro sono stati i militari della Guardia di finanza di Clusone, che durante una verifica fiscale svolta nei confronti di una società di Rovetta (Bg), operante nel settore della «fabbricazione di strutture e parti assemblate metalliche», hanno scoperto costi ritenuti in parte non inerenti all'attività d'impresa e in parte rivelatisi fittizi

Nel corso dell’ispezione, oltre alle violazioni di natura fiscale, i militari hanno verificato che nella contabilità dell’azienda erano state annotate fatture d’acquisto relative ad operazioni inesistenti - aventi ad oggetto prestazioni in realtà mai avvenute - per un importo di 380mila euro, emesse da una società con sede a Pisogne (BS) ed una ditta con sede a Lovere (BG), risultate esser delle mere «cartiere», cioè società create appositamente solo sulla carta per emettere false fatture, utilizzate dalla società sotto verifica solo per gonfiare i costi ed abbattere, di conseguenza, la base imponibile sulla quale vengono calcolate le imposte da versare all’Erario.

La Guardia di Finanza di Clusone ha sequestrato l’intera somma considerata oggetto della frode, corrispondente al vantaggio patrimoniale ricavato grazie dall’utilizzo delle fatture false: poco più di 153 mila euro rinvenuti sui conti correnti dell’imprenditore clusonese. Il denaro è stato fatto confluire al Fondo Unico di Giustizia (FUG), a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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