Si pesca, ma di sardine non c'è traccia

Avviata la stagione sul Sebino, ma la presenza di pesci è scarsissima. I pescatori puntano il dito contro bracconieri e calendario
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La stagione della pesca si è aperta, ma delle sardine neanche l’ombra. È quanto emerge dai secchi vuoti e ai racconti dei pescatori. Qualcuno punta il dito sull’apertura troppo posticipata e chi invece accusa i bracconieri  dei «bilancini» di fare razzia delle prelibatezze del lago. A prescindere dalle cause, sta di fatto che delle famose sardine del lago d’Iseo non vi è traccia. Seguendo un’intera seduta di pesca sulle rive del sebino non si può non notare come il bilancio sia davvero poco proficuo.
 
Ogni cinquanta pescatori la pesca complessiva è di circa quaranta sardine, nemmeno una sardina a testa. C’è chi ne pesca sei, chi nessuna e chi una. «Non ci sono più le pescate di una volta - racconta Domenico, mentre deluso mostra il suo secchio vuoto -, qualche anno fa bisognava stare attenti a non superare il peso massimo di sardine pescate per paura delle multe e adesso? Adesso non c’è il rischio di beccarsi le sanzioni, perché non si pesca più niente». Passeggiando sulle coste sebine, si vedono centinaia e centinaia di canne da pesca ondeggianti. Un su e giù quasi in sincrono. Quel muovere gli ami colorati con la speranza che qualche sardina passi di lì e abbocchi all’esca. Ma i pesci non passano e i pescatori sono arrabbiati per la proroga della data di apertura della stagione. «Prima s’iniziava il 15 di giugno - spiega Pietro - e qualcosa si pescava, adesso l’hanno aperta al 25, ma ormai non c’è più niente, perché le sardine se ne sono già andate!».
 
A commentare la situazione sulla pesca c’è anche nonno Martino, che dalla sella della sua Graziella, con tanto di nipotina assonnata a bordo, osserva i pescatori e commenta: «L’altro giorno sono passati i vigili, ai pescatori stanno a controllare se le loro canne hanno più dei tre ami consentiti, ma perché non vengano la sera? Così vedrebbero quello che vedono tutti i passanti della passeggiata di Pisogne, Marone e giù di lì. Vedrebbero i bracconieri. Quelli con i bilancini e quelli che posizionano le grandi reti dove ci finisce dentro di tutto, persino i pesci siluro!». «La notizia di proroga dell’apertura della pesca alla sardina non è piaciuta molto - commenta l’assessore provinciale Caccia e Pesca, Aurelio Guarneri- però è stata una scelta indispensabile per preservare la specie autoctona più antica del lago d’Iseo».
 
«Siamo intervenuti anche sulla pesca dell’alborella, l’abbiamo bloccata per tre anni per il rischio che questo esemplare sta correndo. La proroga sulla pesca alla sardina di dieci giorni - continua Guarneri - è stata decisa per ragioni tecniche, ma in maniera del tutto straordinaria, per preservare la fase di rilascio a riva delle uova». Intanto sul lago la giornata di pesca è finita. I pescatori se ne tornano a casa. In una mano il secchio vuoto, nell’altra la canna da pesca e in testa, per i più, campeggia il cappello tipico dei pescatori. «Buona serata- esclama sorridendo Ermanno- se mia moglie vorrà magiare le sardine vorrà dire che andrò a pescargliele... in pescheria, almeno lì ci sono sempre!». Il sole sul sebino è tramontato da quasi un’ora, fino all’indomani, per regolamento, non si potrà pescare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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