Sebino in apprensione per il risveglio della frana di Tavernola

Il milione di metri cubi che incombe sul cementificio preoccupa anche Marone, Sale e Iseo
Alle spalle del cementificio di Tavernola il monte Saresano con la sua frana incombente - Foto © www.giornaledibrescia.it
Alle spalle del cementificio di Tavernola il monte Saresano con la sua frana incombente - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Sono ore delicate per tutto il lago d'Iseo per via del "risveglio" della frana sul Monte Saresano a Tavernola che, con movimenti fra i 5 millimetri e i due centrimetri al giorno, ha ripreso a muoversi dal 23 febbraio. Martedì scorso i 20 sensori che monitorano il monte - installati nella ex miniera di Ognoli, sul versante bergamasco del Sebino - hanno registrato movimenti piuttosto importanti di una precedente frana: quella di 10 mila metri cubi di terreno, scesi il 22 novembre 2010.

 

Strada chiusa sulla litoranea bergamasca - Foto © www.giornaledibrescia.it
Strada chiusa sulla litoranea bergamasca - Foto © www.giornaledibrescia.it

 A scopo precauzionale Italsacci ha chiuso lo stabilimento e la provincia di Bergamo ha interdetto la circolazione sulla strada 469 nel tratto che va dal ponte di Tavernola alla località Pontèl. Nel cementificio lavorano circa ottanta persone, ma da martedì, al suo interno, è rimasta operativa soltanto la squadra addetta alla sorveglianza

Da giorni dunque si lavora per mettere a punto un piano che possa garantire sicurezza a quei comuni più a rischio. Ieri sera, per precauzione, i comuni più esposti, Marone, Sulzano, Iseo e Montisola hanno diramato un comunicato in cui si fa presente alla popolazione l'eventualità di evacuazione. Sull’isola, in particolare, le maggiori preoccupazioni si concentrano nel nucleo di Siviano Porto, prospiciente Tavernola, e poi a Sensole e Peschiera. E sempre ieri sono state allontanate da casa alcune famiglie proprio di Siviano. 

La frana che, dal monte Saresano incombe sul cementificio di Tavernola, preoccupa tutto il lago di Iseo per le sue dimensioni: la sua massa oscilla tra un milione e i due milioni di metri cubi di rocce e detriti. E da ieri, per controllarla, è stato installato in zona ristorante Sirena a Tavernola, un radar di ultima generazione - una sorta di tac della montagna - utilizzato spesso anche per i vulcani. Il sistema fotografa in tempo reale ogni deformazione del fronte. Se registrasse movimenti bruschi, scatterebbe immediatamente l’allarme dal momento che è collegato 24 ore al giorno alla sala operativa della Protezione civile in Regione.

L’incertezza ed i timori maggiori sono legati all’impossibilità di fare previsioni di sorta sia sulle tempistiche del distacco sia sul quantitativo di materiale che eventualmente finirebbe nel lago. Il condizionale è d’obbligo, perché non si sa se e quando possa avvenire il crollo: per i tecnici, la frana potrebbe anche assestarsi.

Il centro operativo misto in Comunità montana - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il centro operativo misto in Comunità montana - Foto © www.giornaledibrescia.it

Per mantenere una gestione operativa uniforme la Prefettura di Brescia ha istituito presso la Comunità montana del Sebino un centro operativo misto, con la partecipazione dei sindaci dei paesi rivieraschi bresciani, della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri. Qui saranno adottate le decisioni su come agire, in modo omogeneo, a tutela della pubblica incolumità.

 

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