Rovato, maxi panchina nel segno dell’accoglienza

Di un blu sgargiante è stata realizzata all’interno del parco di Villa Cantù
La maxi panchina inaugurata a Rovato -  © www.giornaledibrescia.it
La maxi panchina inaugurata a Rovato - © www.giornaledibrescia.it
AA

Una panchina gigante, questa volta ai piedi del Monte Orfano, da dove ammirare il santuario della Madonna di Santo Stefano e, ai suoi piedi, il centro storico di Rovato. Si presenta così la maxipanchina, di un blu sgargiante, inaugurata all’interno del parco di Villa Cantù, alla presenza dell’Amministrazione, delle scuole e di associazioni del territorio, oltre a molti altri soggetti pubblici e privati.

La «Panchina blu dell’accoglienza» rientra all’interno del progetto internazionale del «Big Bench Community Project» e coniuga, nella capitale della Franciacorta, la valorizzazione del territorio e le fragilità mentali.

Villa Cantù, residenza di proprietà del Comune dal 2008 e ristrutturata con fondi del Pirellone, grazie alla gestione del Consorzio Cascina Clarabella è diventata infatti un caposaldo della psichiatria di comunità: progetti di residenzialità leggera, di inclusione sociale e di inserimento lavorativo costruiti e portati avanti dal Dipartimento di Salute Mentale dell’ASST Franciacorta hanno portato a realizzare quattro appartamenti abitati da persone in situazioni di fragilità psichica e altri due appartamenti riservati all’housing sociale. «Villa Cantù - hanno spiegato, nella mattinata di sabato, i responsabili del Consorzio Cascina Clarabella, guidati dal presidente Claudio Vavassori - rappresenta anche un modello di sviluppo locale sostenibile: l’edificio è contornato da un parco pubblico di circa cinque ettari di superficie, costituito in parte da bosco ceduo e in parte da uliveti e da vigneti». Ora, nel verde, sorge anche un nuovo percorso botanico, pensato dagli studenti di agraria dell’Istituto Einaudi di Chiari.

Gli studenti hanno recensito le specie vegetali presenti e le ha contraddistinte digitalmente tramite codici QR, così da rendere disponibili le descrizioni accurate delle piante che si osservano. Il percorso botanico si snoda fra alberi secolari ed è intitolato a Dante «Fausto» Steffanoni, ecologista convinto ed ex operatore di Clarabella, scomparso pochi mesi fa.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato