Rovato: il calzolaio-poeta chiude, un libro per le «pasquinate»
La tradizione artigiana di Rovato, che mescola saper fare e originalità, ha perso un tassello importante, che riduce le botteghe dove un lavoro ben fatto era abbinato a messaggi sulla società e l’attualità: una sorta di pasquinate made in Franciacorta. Dopo il lockdown e il periodo più acuto della pandemia, la centralissima via Palazzo non ha infatti più visto la presenza decennale di Raffaello Maffezzoni, l’artista della scarpa.
L’osservatorio. Nato a Iseo, 63 anni, residente a Palazzolo sull’Oglio ma da anni di casa anche a Rovato, Maffezzoni ha deciso di andare in pensione. Dopo 42 anni di onorata attività. Oltre a sapere dare del tu alla scarpa, dalla creazione fino alla realizzazione, Maffezzoni era molto conosciuto nella capitale della Franciacorta per le frasi che spesso comparivano dentro e fuori la bottega. Posto esattamente a metà tra potere civile (il Municipio) e religioso (la parrocchia Santa Maria Assunta), il suo osservatorio era diventato una sorta di richiamo.
Diversi i temi, presi dalla vita di tutti i giorni: messaggi sulla vita (come «l’amore, il lavoro, la conoscenza sono le fonti della vita e dovrebbero anche governarla»), l’amore per il mestiere («nel mio lavoro un po’ della mia libertà»), la politica («l’ignoranza e l’incapacità di un pensiero critico sono le basi che portano verso il lavaggio del cervello e la dittatura») fino alla denuncia sociale.
Tra parole e immagini. Una storia che ora si chiude, ma che potrà essere tramandata grazie a «La Rosa del Calzolaio», un libro, tra parole e immagini, realizzato dalla scrittrice erbuschese Lidia Mingotti (La Compagnia della Stampa - Massetti Rodella editori). Un lavoro intenso, un omaggio al mondo artigiano, alla sua schiettezza e - perché no - anche alla sua anima un po’ anarchica, ribelle e picaresca. Spiega come è nata l’idea la stessa Mingotti: «In una società superficiale e affrettata che non ha mai tempo per l’essenziale, la bottega di Raffaello mi è subito sembrata un luogo altro, un pianeta avulso dal tempo, in cui i gesti e gli oggetti hanno un altro peso e un altro valore». Da qui l’idea del libro, dove si mescolano alcuni scatti dei biglietti di Maffezzoni, sparsi un po’ ovunque, alla fase di realizzazione di una scarpa, totalmente a mano: un’operazione che richiede oltre duecento passaggi e che oggi, in Italia, solo circa un centinaio di botteghe sanno ancora fare. Un sapere che, a Rovato, ha finito il suo ciclo, mentre la voglia di dire la propria, anche mentre si fornisce un servizio, resiste ancora in un altro luogo: lo storico «Alimentari - Tabacchi» di via Cantù, 55. L’ultima pasquinata? «Piuttosto che trovarti male a non dire, a non dire il tuo pensiero, è meglio dirlo subito, in maniera che costa poco ma educata».
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