«Rapito in Siria», a maggio la denuncia di scomparsa

La famiglia di Sergio Zanotti in contatto con la Farnesina. La procura indaga per sequestro di persona con finalità di terrorismo
Il videomessaggio di Sergio Zanotti
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Sequestro di persona con finalità di terrorismo: è questa l’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Roma che da alcuni mesi sta indagando sulla scomparsa del bresciano Sergio Zanotti. Una scomparsa che presenta indubbiamente alcune anomalie: non sono chiari i motivi per cui l’uomo, intorno alla metà dello scorso aprile, sia partito alla volta della Turchia in una località a poca distanza dal confine con la Siria. Non si conosce il motivo di questa trasferta e non si sa neppure quando sia avvenuto il sequestro.

Stando alle prime informazioni acquisite dal pm Sergio Colaiocco, titolare del procedimento, non è noto neppure il luogo del rapimento e sino ad oggi nessuna organizzazione ha rivendicato alcunchè

I familiari di Zanotti già nel maggio scorso avevano presentato denuncia di scomparsa. L'uomo, un ex imprenditore la cui impresa edile è stata dichiarata fallita, in passato era stato condannato a un periodo di detenzione per evasione fiscale.

A Marone, sulla sponda bresciana del lago di Iseo, vivono i parenti più stretti dell'uomo. Hanno riferito che Zanotti aveva programmato il viaggio all'estero nell'aprile scorso. Nelle sue intenzioni sarebbe dovuto durare solo pochi giorni. Invece dell'uomo si sono perse le tracce, e nel maggio scorso la famiglia ne aveva denunciato la scomparsa. I familiari hanno riferito di essere da tempo in contatto con la Farnesina.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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