«Quella macchia nel lago d'Iseo ha la firma del fiume Oglio»

Secondo l’esperto Pilotti a rendere l’acqua differente è stata la piena
Una veduta dall’alto della macchia apparsa sull’alto Sebino - © www.giornaledibrescia.it
Una veduta dall’alto della macchia apparsa sull’alto Sebino - © www.giornaledibrescia.it
AA

Ci saranno pure le ceneri di Rogno nella macchia apparsa sull’alto Sebino, segnalata da Legambiente Basso Sebino domenica 28 aprile, ma a rendere l’acqua differente è stata la piena dell’Oglio, avvenuta tra il 25 ed il 27 aprile.

I dati scientifici sono stati rivelati dalle stazioni di misura sul lago, posizionate da Marco Pilotti e dalla sua équipe di ingegneri idraulici che da tempo sta effettuando un monitoraggio costante. «Nel periodo dal 24 al 28 aprile si è sviluppata una piena dell’Oglio, riportata anche dalle misurazioni dell’Arpa- spiega Pilotti nella pagina web dedicata ai fenomeni lacustri d’interesse (hydraulics.unibs.it/hydraulics/)-. Il colmo principale, di circa 100 metri cubi al secondo, è stato quello della notte del 25 aprile e si stima che abbia portato nel lago circa 10 milioni di metri cubi di acqua. L’acqua dell’Oglio porta con sé sostanze sospese che la rendono torbida. Calcolando che ogni metro cubo porta con sé 100 grammi di sostanze sospese, la piena ne ha portate almeno 1000 tonnellate».

La torbidità dell’Oglio, ben visibile all’ingresso del fiume e solo debolmente percepita sulla superficie del lago, è riconducibile a un fenomeno che vede entrare l’acqua del fiume sotto la superficie del lago, a circa dieci metri di profondità, appoggiata ad una superficie chiamata «termoclinio», studiato dalla stazione galleggiante Trentapassi.

«Queste masse trasferite nel lago sono molto superiori a quella della cenere rimasta sul terreno al termine nell’incendio di Rogno -continua il docente universitario -. Tuttavia, è ragionevole ritenere che le ceneri siano finite nel sistema fognario misto di Rogno e da qui siano defluite nel lago. Esse hanno quindi contribuito, seppure in misura parziale. Durante eventi meteorici intensi, poi, quasi tutto il reticolo fognario del bacino della Valcamonica e del Sebino, viene letteralmente lavato dall’acqua di pioggia e il risultato sversato nei corsi d’acqua e nel lago». Infine, l’appello. Che consiste nell’invito ad attuare interventi tecnici sul sistema fognario che impediscano il mescolamento di acque di fognatura e superficiali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia