Provaglio, fermato il compagno della 42enne uccisa
«Ieri sera abbiamo preso psicofarmaci, forse alcol e non mi ricordo nulla». Questa la versione dei fatti fornita in un lungo interrogatorio da Elio Cadei, il compagno di Simona Simonini, la donna uccisa a Provaglio d'Iseo. L’uomo, che per l'intera giornata era stato trattenuto e sentito in caserma dai carabinieri, in serata è stato sottoposto a provvedimento di fermo e condotto in carcere.
Proprio lui in mattinata, attorno alle 10.30, aveva chiamato i carabinieri. «Ho telefonato e spiegato di aver provato a fare il massaggio cardiaco a Simona, ma che il corpo purtroppo era freddo» ha ripercorso l'accaduto il 46enne. Tra i due il rapporto era burrascoso e viziato da un amore malato: lei non riusciva a staccarsi da lui, nonostante botte e minacce alle quali in almeno due casi aveva reagito con la violenza.
In passato lei aveva tentato di ucciderlo ed era stata condannata. Anche l’uomo aveva patteggiato anni fa una pena a due anni, dopo essere stato anche in carcere, per maltrattamenti sulla convivente. Proprio in settimana il padre di Simona Simonini, anche lui vittima di violenza da parte del compagno della figlia, avrebbe dovuto depositare in Procura l’ennesima querela. Una querela che ora resta sulla carta.
E' infine fissata per domattina l’autopsia sul corpo della vittima, che dovrà stabilire quale sia stata esattamente la causa del decesso: allo stato sul corpo della 42enne non sono stati rinvenuti segni riconducibili a ferite inferte da arma da taglio o da fuoco.
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