Pistola e kalashnikov comprati in rete: due nei guai
Armi clandestine per la legge italiana. Liberamente vendibili nella Repubblica Ceca e quindi, grazie alle opportunità offerte dal commercio on-line, pagabili comodamente con carta di credito da casa e ricevibili per posta.
Sono partiti così i guai per due bresciani che in queste ore sono arrivati davanti ai giudici del tribunale di Brescia. Il primo, che è stato condannato ieri ad una anno e tre mesi di reclusione con sospensione della pena, per una pistola a tamburo, il secondo, che non ha ancora subito il giudizio, si era invece fatto consegnare un Kalashnikov.
A mettere i loro acquisti online sotto la lente d’ingrandimento è stata la Squadra Mobile della Questura di Brescia che, nell’ambito dei controlli antiterrorismo, monitora i movimenti di armi e sono scattati gli approfondimenti.
Si tratta di armi che sono vendute come inattive ma che, secondo i poliziotti della Questura, sarebbero facilmente modificabili per diventare operative a tutti gli effetti e che quindi andrebbero gestite e denunciate come armi da fuoco.
Alla persona, un 52enne di Ospitaletto, ieri condannata sono state riconosciute le attenuanti generiche e in casa sua non sono state trovate munizioni.
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