«Per quel petardo rischio il braccio, ma nessuno parla»
«Possibile che nessuno abbia visto nulla? Possibile che della cinquantina di persone in piazza quella notte non ce ne sia una sola che sappia perché ora mi trovo con un braccio al collo, viti e tiranti di ferro nelle ossa e con la prospettiva concreta di non tornare più quella che ero? Possibile?».
Possibile sì, per non dire probabile. Il rischio che nessuno dica a Chiara, chi è stato e cos’è stato a spappolarle l’avambraccio sinistro, è concreto. E lei, 29enne impiegata di Sovere che poco dopo la mezzanotte del 31 dicembre scorso si è trovata nel mirino di uno dei razzi sparati per salutare il 2022, giustamente, non si dà pace. Il racconto. «Ero con le amiche in piazza a Pisogne quella sera.
Dopo aver assistito allo scoppio dei fuochi da posizione defilata, visto che mi fanno anche paura - ha raccontato la giovane donna al Giornale di Brescia - ho attraversato la piazza con un’amica per raggiungere un’altra ragazza con la quale saremmo dovute andare in un locale. Ad un certo punto ho sentito una botta violentissima. Mi sono guardata il braccio e non c’era più niente. Era stato trapassato da parte a parte».
Soccorsa nell’immediatezza da un ortopedico presente sul posto, ricoverata d’urgenza e sottoposta a massicce dosi di morfina, Chiara sarà subito sottoposta ad un primo intervento. «Hanno cercato di ridurmi la frattura al radio e sistemarmi nervi, muscoli e tendini. Sono stata una settimana in ospedale. Adesso ho il gesso e lo devo tenere ancora un po’. Non ho ancora una prognosi di guarigione - prosegue - ne capirò di più solo quando mi toglieranno il bendaggio e inizierò la rieducazione. Adesso come adesso non ho sensazioni positive». Non ne ha nemmeno troppo negative. Non pensa che sia vittima di un gesto deliberato, stupido all’ennesima potenza.
«Non l’ho nemmeno ipotizzato - ci dice - non ci riesco. Perché qualcuno dovrebbe ridurmi in questo stato? Non conosco nessuno a Pisogne, non ho fatto del male a nessuno. Stavo solo attraversando la piazza. Sono sicuramente vittima di un incidente, vittima del caso su questo non ho dubbi». Alla miccia del caso - come lo chiama lei - qualcuno ha comunque ha dato fuoco. I carabinieri della Compagnia di Breno lo stanno cercando da tempo. Hanno analizzato le immagini delle telecamere di videosorveglianza della piazza e sentito diversi testimoni. Nessuno ha fornito indicazioni utili al caso. Chi sa, non dice. E intanto Chiara aspetta «con la paura di non tornare più quella di prima».
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