Per la Regione l’ospedale di Iseo non rischia la soppressione

Il sottosegretario Turba tranquillizza i residente del Sebino dopo la chiusura del punto nascite
Il pronto soccorso dell'ospedale di Iseo - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il pronto soccorso dell'ospedale di Iseo - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La chiusura del punto nascite e del reparto di ostetricia dell’ospedale di Iseo non nasconderebbe  volontà di «soppressione» da parte di Regione Lombardia. Fino a oggi si è ragionato sui numeri del Decreto Ministeriale 70, quello che definisce gli standard qualitativi e quantitativi dell’assistenza ospedaliera e fissa la soglia limite di 500 parti l’anno, sotto cui un’ostetricia non è considerata sufficientemente performante per rimanere attiva. La posizione dell’assessorato alla Sanità regionale però oggi non sarebbe questa.

Il chiarimento è arrivato dal sottosegretario ai rapporti con il consiglio regionale Fabrizio Turba, che ha riportato quanto avallato dall’assessore Letizia Moratti. «La Regione non ha mai deliberato la chiusura del punto nascite di Iseo – ha spiegato Turba -. L’attività è stata solo sospesa e trasferita a Chiari perché la Asst Franciacorta ha chiesto la ricollocazione del personale sanitario impegnato a Iseo per far fronte all’emergenza Corona virus. È successo anche altrove in cui era gioco-forza spostare addetti dagli ospedali no-Covid a quelli con pazienti infetti».

Il sottosegretario ha anche reso noti i numeri dell’ostetricia iseana, evidenziando che i parti sono stati 532 nel 2015, 539 nel 2016, 516 nel 2017, 432 nel 2018 e 441 nel 2019. L’argomento tornerà all’attenzione del consiglio regionale entro fine giugno, quando l’assessorato risponderà alle mozioni avanzate da M5S e Forza Italia, all’interrogazione del consigliere Ferdinando Alberti, e alla volontà popolare di riapertura rappresentata dal Comitato pro ospedale, autore di una petizione firmata da 7.000 persone.

La condizione dell’ospedale di Iseo non rientrerebbe invece negli sviluppi attuabili con i grandi investimenti del Pnrr. Secondo il sindaco e medico di Iseo, Marco Ghitti, «è improbabile che l’ospedale di Iseo rientri nel gruppo che il Piano definisce ’ospedali di comunità’, perché si tratterebbe di un declassamento. Anche se non c’è ancora una definizione chiara – ha detto Ghitti – gli ospedali di comunità dovrebbero essere destinati a pazienti sub-acuti, mentre Iseo oggi è per pazienti acuti e in via di potenziamento».F.A.

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