Parassita troppo vorace, strage di abeti sul Guglielmo

Circa mille piante morte da abbattere e il pericolo di un'ulteriore espansione: il bostrico sta attaccando gli abeti rossi
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Mille abeti rossi seccati. Le macchie marroni si notano nel verde brillante del bosco zonese anche a una certa distanza, ma è ad avvicinarle che si prova una certa impressione. Impressione di impotenza di fronte all’aggressione di un parassita dei vegetali - il bostrico - che sta facendo strage dei giganti con la corteccia rossiccia che popolano i versanti del Guglielmo. 
 
Al momento l’attacco ha riguardato 12 ettari di bosco complessivi. La zona più colpita è la località Tibia, a quota 850 metri, anche se a macchia di leopardo i danni si sono estesi a tutto il versante che porta alla zona sopra le «impronte di dinosauro», e alla parte interna della Valle Paet. Per fermare il vorace parassita che ammazza i giganti del bosco, il Comune di Zone e il Consorzio Sebinfor - in collaborazione con la Comunità Montana del Sebino - hanno messo in atto un piano d’azione che prevede il taglio delle piante morte. L’intervento, finanziato dalla Regione con 54mila euro, ha preso il via due settimane fa per mano dei boscaioli del consorzio Pizzo Camino di Borno.

«Abbiamo stimato lavoro per 1.000 metri cubi di legna, per un peso complessivo di 6.500 quintali - spiega Marcello Baiguera, direttore del consorzio Sebinfor -. In alcuni punti il taglio è stato effettuato a raso, con l’obiettivo di eliminare quanti più esemplari possibili di bostrico. Questo parassita infatti prolifera depositando le uova all’interno della corteccia delle piante che aggredisce. Quando si schiudono, le larve iniziano a nutrirsi mangiando i tessuti che trasportano la linfa. In questo modo per l’albero, per quanto imponente sia, non c’è scampo. Portare via i fusti è un buon punto di partenza. A oggi - continua il direttore di Sebinfor - è stata fatta la metà del lavoro, con l’abbattimento di quasi 500 esemplari tra cascina Tibia e la zona delle impronte dei dinosauri. Per completare l’opera manca quasi un mese di taglio, compresa una giornata di lavoro con l’elicottero che si incaricherà di sollevare i tronchi dal bosco e portarli nella zona di primo stoccaggio in via Valurbes». 
 
La diffusione del bostrico e i danni provocati al patrimonio boschivo zonese non fanno parte comunque della sola storia recente. «Le prime aggressioni sono datate 2003 - ricorda Baiguera -. Di seguito c’è stato un periodo di pausa durato 4 o 5 anni. L’attacco è ripreso nel 2011, con una nuova espansione favorita da inverni più miti. Gli abeti morti si trovano tutti a un’altezza inferiore a quella tipica di queste piante, attorno agli 800 metri. Quelli presenti tra 1200 e 1300 metri, probabilmente perché difesi da un freddo invernale più intenso, risultano quasi illesi». 
 

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