Palazzolo: tre candidati in cerca di voti

A contendersi la carica saranno il sindaco uscente Gabriele Zanni, il leghista Stefano Raccagni e Alessandro Mingardi, alfiere della lista Mos
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Sarà una sfida a tre per la poltrona di sindaco a Palazzolo sull’Oglio. A contendersi la carica di primo cittadino saranno infatti il sindaco uscente Gabriele Zanni, il consigliere leghista Stefano Raccagni e Alessandro Mingardi, alfiere della lista Mos.

 

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Due sono le «anomalie» rispetto alle passate amministrative della città dell’Ovest. Innanzitutto, era dal 2002 che la sfida non era così «ridotta»: nel 2004, 2009 e 2012 i candidati erano stati almeno quattro, saliti addirittura a cinque nell’ultima tornata elettorale, che premiò proprio Zanni al ballottaggio. Inoltre, altra particolarità è il record dell’età media più bassa di sempre dei candidati, 35 anni: Zanni è nato infatti nel 1974, mentre Raccagni e Mingardi sono coetanei, classe 1986. L’età media dei candidati consiglieri a sostegno di ciascun aspirante sindaco è invece assai simile: 43 anni per i sostenitori di Zanni e di Mingardi, 45 per quelli di Raccagni.

Obiettivo riconferma. L’avvocato Gabriele Zanni, che ha scelto di correre senza simboli di partito (5 anni fa correva per il Partito Democratico) ha imbastito la campagna elettorale puntando sulle «azioni positive» del suo mandato: dalla riduzione del debito comunale alle ristrutturazioni delle scuole, dalle 36 opere pubbliche avviate o concluse sino al potenziamento della sicurezza, della videosorveglianza e della raccolta differenziata.

In questo cammino elettorale l’attuale primo cittadino palazzolese è supportato dalla nuova civica «Continuiamo Insieme», dalla lista ambientalista (e ricca di giovani) «Città in Testa» e, infine, dalla civica della frazione «San Pancrazio con Zanni». Accanto a lui ci sono i suoi fedelissimi - nonché già assessori - Gianmarco Cossandi, Nadia Valli, Giulio Cotelli, Alessandra Piantoni e Diego Chiari. Tra le novità proposte dalla coalizione guidata da Zanni vi sono il bilancio partecipato (la possibilità dei cittadini di decidere come stanziare determinate risorse), la semplificazione della burocrazia, la riqualificazione delle aree dismesse, il sostegno al lavoro e alle famiglie e il potenziamento della sicurezza con il progetto del «Controllo del vicinato».

Non solo Lega. Stefano Raccagni, 31enne libero professionista che siede in Consiglio comunale da 13 anni, è un «leghista di ferro», che dal 2009 al 2012 è stato assessore all’Urbanistica nella Giunta guidata da Alessandro Sala. A sostenerlo ci sono quattro liste: Lega Nord, Forza Italia, «Impegno Civica» e « Palazzolo Civica». Quest’ultima ha poi inglobato anche i simboli di Fratelli d’Italia e «Destra per Palazzolo». Il suo programma punta sulla sicurezza, sul sostegno alle imprese, sulla difesa delle tradizioni, sulla lotta all’immigrazione irregolare, sul recupero di aree abbandonate (come, ad esempio, l’ex cotonificio Ferrari e l’ex Italcementi) e sul rilancio dell’ospedale. Tra i suoi sostenitori figurano anche diversi politici di vecchio corso del centrodestra palazzolese come Tarcisio Rubagotti, Attilio Bertoli, Giulio Alberti, Massimo Chiodini e Armando Marini.

L’outsider. Alessandro Mingardi, 31enne libero professionista, è l’outsider di questa corsa al municipio, l’uomo che potrebbe scompigliare le carte in tavola. Candidato sindaco della lista «Mos», nata in seno all’omonima associazione di destra che in questi anni ha proposto diverse iniziative culturali, è stato consigliere di maggioranza con Sala, ma fu anche uno dei primi nel 2012 a schierarsi per «destituirlo». Il suo programma è focalizzato sul rinnovamento del centro storico e della zona attorno al suo cuore pulsante, il fiume Oglio, sul potenziamento della sicurezza, sul ravvivare il commercio e sulla riscoperta dell’identità palazzolese. In particolare, i Mos puntano a rilanciare le attività commerciali della piazza e a riprendere il suggestivo progetto di un parcheggio interrato sotto al piazzale Giovanni XXIII.

Inoltre, intendono introdurre la figura dell’Avo (ausiliare volontario dell’ordine) e gestire internamente le case popolari (ora dell’Aler). Rispetto agli sfidanti, tra i sostenitori di Mingardi non vi è nessuno che abbia già ricoperto ruoli amministrativi. Indiscrezioni. Tra le polemiche (vere o presunte) di questi giorni c’è quella - seccamente smentita dai diretti interessati - di una cena che avrebbe avuto come commensali Zanni e Mingardi, interessati ad un’alleanza anti-Raccagni. Secondo qualcuno, questa voce sarebbe stata messa in giro dallo stesso candidato leghista, che ha negato con forza ogni addebito, parlando di tentativo di screditarlo in vista del voto.

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