Palazzolo saluta Mauro Caironi e Peppino Tinti
In poche ore Palazzolo ha perso due figure speciali, due uomini che si sono distinti nei rispettivi campi, molto apprezzati dalla comunità: Mauro Caironi, di 62 anni, e Giuseppe Tinti, 87enne.
Caironi era molto noto non solo nell’Ovest bresciano, ma ovunque nel mondo della ristorazione di alto livello, visto che per quasi quarant’anni è stato il volto dell’Hostaria Al Portico di San Pancrazio. Ad annunciare la sua morte sono stati i figli, che ora ne raccolgono l’eredità umana e professionale. Caironi, nato e cresciuto nella frazione palazzolese, è da sempre un simbolo della stessa, un uomo che grazie a costanza e dedizione è riuscito ad ottenere un successo che è sempre però andato a braccetto con grande umanità ed umiltà. Il suo ristorante è stato aperto nel 1985 a due passi da piazza Indipendenza. Qui preparava piatti di pesce, primi di qualità come risotti che gli sono valsi anche riconoscimenti. La camera ardente è allestita nel ristorante, mentre i funerali saranno celebrati domani alle 14.30 nella parrocchiale di San Pancrazio. Lascia la moglie Stefania e i figli, che lo hanno così salutato: «Ci hai insegnato ad essere sempre umili, sempre disponibili nei confronti di tutti perché diceva che come si semina si raccoglie. Ci hai insegnato l’arte della ristorazione e dell’ospitalità facendoci avvicinare ed amare il lavoro che facciamo. Daremo il massimo per fare ancora meglio, solo per te».
Invece oggi pomeriggio alle 14.30 nella parrocchia di San Rocco si terranno le esequie di Giuseppe Tinti, per tutti Peppino. Per anni è stato uno dei volti più noti della storica ditta Marzoli, per la quale ha ricoperto il ruolo di dirigente per la vendita di macchine tessili. Tinti è stato un volontario impegnato in diverse realtà palazzolesi, oltre che volto del tennis di Palazzolo insieme con la moglie Rosa, scomparsa otto anni fa. Inoltre era membro del Lions Club Palazzolo, che lo ha salutato con un messaggio carico di affetto: «È con tanta tristezza che salutiamo il nostro caro Peppino che ci ha lasciati. Era un uomo di altri tempi, di una rettitudine e di una signorilità inarrivabili».
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