Omicidio Raccagni: il comitato e la lettera al Papa

Nasce un comitato che aiuta la famiglia Raccagni. Le parole di Renzi alla vedova, che ha consegnato un messaggio al Pontefice
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Una lettera al Pontefice. Le rassicurazioni di Matteo Renzi. E un comitato per sostenere la famiglia Raccagni in questi difficili mesi di pratiche burocratiche, spese legali e tanto dolore.
 
È una ferita ancora aperta a Pontoglio quella della morte di Pietro Raccagni, il macellaio 53enne scomparso lo scorso 19 luglio, dopo 11 giorni di agonia a causa di una rapina finita in tragedia.
 
Ora, le persone più vicine alla famiglia, che oltre alla vedova Federica Pagani è composta anche dai figli Luca e Sara, hanno deciso di costituire il comitato «Uniti per Piero con il cuore», nato ufficialmente proprio nei giorni scorsi. «Il comitato è nato con uno scopo solidale - ha raccontato una referente del gruppo -. Di fatto si tratta di persone vicine alla famiglia Raccagni che hanno deciso di raccogliere fondi per sostenere le spese legali e una parte di quelle lavorative. La presidente è Antonia Polini, una delle migliori amiche di Federica».
 
All’interno del comitato c’è anche Roberto Manenti, presidente dei commercianti e da mesi in prima linea per chiedere maggiore sicurezza a tutti i livelli. Nel frattempo si è venuto a sapere che la vedova ha parlato, circa un ventina di giorni fa, col Presidente del Consiglio Matteo Renzi, quando entrambi erano presenti alla trasmissione tv «Quinta Colonna».
 
«Gli ho ricordato il discorso che gli avevo fatto all’inaugurazione di BreBeMi - ha dichiarato Federica -. Lui mi ha risposto gentilmente dicendomi che mi aveva riconosciuto e che non si era scordato di me. Renzi mi ha raccontato che sta lottando per me e infatti mi ha riconosciuto subito, senza bisogno che gli chiedessi nulla. Mi è sembrato sincero e spontaneo; addirittura mi aveva fatto chiamare dal suo sottosegretario».
 
Oltre a Renzi, la pontogliese si è spinta ben più in alto, fino al Pontefice. Circa due settimane fa, la vedova Raccagni è riuscita infatti, durante un’udienza in Vaticano, a raggiungere le mani di Papa Francesco, al quale ha consegnato una lettera nella quale spiega la sua disperazione.
 
«Ho ricevuto tanta solidarietà da parte di tutti - ha commentato la donna -. In questi mesi ho scoperto quanto la gente possa essere positiva e di sostegno. Le persone in giro mi salutano e mi abbracciano, mi fermano anche quelli che non mi conoscono: mi stringono la mano e mi infondono coraggio. Lo stesso stanno facendo alcune persone da tutta Italia, che da quando sono stata in tv mi chiamano al telefono per farsi forza a vicenda. Al Papa sono riuscita solo a dare la lettera, ma sto cercando in tutti i modi di ottenere un incontro privato. Gli chiederei di fare un appello affinché tutti coloro che si sentono come me non vengano abbandonati. Vorrei che possa dare coraggio a coloro che non si riescono a difendere, ma subiscono i fatti passivamente». Insomma, tanta umanità e tanta umiltà.
 
Luca Bordoni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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