Omicidio Clarabella: «La morte di Nadia si poteva evitare»

I dirigenti della cooperativa Diogene e gli psichiatri saranno in aula a novembre: sono accusati di concorso colposo
Nadia Pulvirenti, la 25enne terapista abitava a Castegnato - © www.giornaledibrescia.it
Nadia Pulvirenti, la 25enne terapista abitava a Castegnato - © www.giornaledibrescia.it
AA

Concorso colposo nell’omicidio doloso di Nadia Pulvirenti. Questa l’accusa con la quale il prossimo 14 novembre saranno davanti al giudice dell’udienza preliminare Alberto Pavan il direttore del Dipartimento di Salute mentale di Iseo Andrea Materzanini, (responsabile del programma di ospitalità leggera alla Cascina Clarabella), il responsabile del centro psicosociale Giorgio Callea (direttore della residenzialità leggera), la psichiatra Annalisa Guerrini (responsabile del Cps di Rovato e del piano terapeutico del paziente che ha ucciso Nadia); il datore di lavoro della 25enne operatrice di Castegnato nonché presidente del consiglio di amministrazione della Cooperativa Diogene, Claudio Vavassori e la sua collaboratrice Laura Fogliata. All’udienza preliminare è stata chiamata anche la stessa Diogene, a titolo di responsabilità amministrativa dipendente da reato.

Per l’accusa quella che ha falciato il futuro di Nadia Pulvirenti è stata una tragedia che poteva essere evitata. E che invece si è fatta cronaca, amarissima cronaca, per il concorso di diversi fattori: da un lato la disabilità di chi vibrò quella decina di coltellate, dall’altro le colpe dei responsabili della struttura.

Il sostituto procuratore Erica Battaglia ha chiesto l’archiviazione per due dei sette indagati: si tratta di due componenti dell’equipe psichiatrica che si occupava della gestione degli ospiti della cascina e in particolare di Abderrahim El Mouckhtari, 56enne marocchino affetto da disturbo delirante che accoltellò la giovane terapista all’interno del suo minialloggio alla Clarabella di Iseo, la mattina del 24 gennaio di due anni fa. Un’archiviazione, quella concessa de plano dal giudice dell’udienza preliminare, contro la quale la mamma, il papà, il fratello e il fidanzato di Nadia hanno fatto reclamo.

Processato in abbreviato nel maggio dello scorso anno il 56enne, da anni ospite della struttura iseana, fu dichiarato totalmente incapace di intendere e di volere dal perito del gup e per questa ragione ritenuto non imputabile e prosciolto.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato