Ok del Tar: via la recinzione dalla piantagione di cannabis

Pronuncia a favore del Comune. Il sindaco: «Al Quarone non si può coltivare nulla»
Coltivazione. Il Quarone è una zona carsica a monte di Gussago © www.giornaledibrescia.it
Coltivazione. Il Quarone è una zona carsica a monte di Gussago © www.giornaledibrescia.it
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«Le recinzioni sono state smantellate, ora non è più possibile piantare cannabis». Ad annunciarlo il sindaco Giovanni Coccoli durante l’ultimo Consiglio comunale.

Procede così, con un passo avanti a favore del Comune, la battaglia tra l’ente pubblico e la società che ha recintato alcuni campi del Quarone, zona carsica a monte di Gussago, e vi ha piantato, appunto, cannabis sativa. Ciò che il Municipio contesta non è la liceità della coltura, ma il fatto che l’area scelta è geologicamente da preservare. «Non abbiamo nulla contro la piantagione in sé - ha spiegato Coccoli - ma abbiamo tanto da eccepire sotto il profilo ambientale e geologico: è stata piantata in un posto davvero delicato dove non possono essere coltivati né la cannabis né quei «frutti di bosco» ai quali facevano riferimento gli imprenditori nella domanda del 15 maggio 2018».

Mentre la battaglia legale proseguirà - si attendono altri pronunciamenti del Tar - le piantine sembrano ora «congelate». Ciò che si è detto in Consiglio è che senza la recinzione non si coltiva cannabis, «la mangeranno i cinghiali» ha scherzato il sindaco. In quel luogo la recinzione non può essere collocata perché la zona è sotto tutela, sotto tanti profili.

La legge permette la coltivazione di canapa a bassi contenuti di sostanze attive sul cervello. La scelta di rendere le colture libere, ma controllate, nasce dal recupero di materiali preziosi - ad esempio nel campo della cosmesi - ma anche poiché essa è fonte di materie prime biodegradabili che possono fornire semilavorati per le industrie di diversi settori.

L’ex sindaco Lucia Lazzari e Stefano Quarena (consiglieri di opposizione che per primi avevano segnalato la questione) durante il Consiglio hanno attaccato la Giunta per la gestione temporale della questione che avrebbe esposto il Comune a una maggiore difficoltà nella contestazione degli atti. Il Comune, infatti, aveva perso il primo round perché aveva fatto scadere i 60 giorni entro i quali avrebbe potuto esercitare i poteri di autotutela.

La rivincita dell’Amministrazione è arrivata nei primi giorni di quest’anno, quando è stata accordata dal Tar la richiesta di rimozione delle recinzioni della piantagione. «Resta in sospeso, non so per quanto tempo - ha aggiunto Coccoli - la questione della chiusura del sentiero. I proprietari si sono appellati al fatto che, in quel punto, l’impedimento esisteva già prima che loro facessero la recinzione e che iniziassero la piantagione. Ma questo cancello è stato modificato secondo le necessità e noi percorreremo anche questa via affinché tutto venga riaperto e il percorso torni a disposizione di tutti».

 

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