No al vigneto in quota: scatta la raccolta firme per lo Stallone
Punta verso quota mille la raccolta firme cartacea per «preservare località Stallone di Adro: un polmone verde da tutelare». Il tam tam, a cavallo tra Franciacorta e lago d’Iseo, cresce. Da quando si è diffusa la voce della possibile realizzazione di un vigneto in quota - siamo oltre i 500 metri d’altezza, a poca distanza dalla cima del Monte Alto - cittadini e associazioni del territorio hanno raccolto l’appello lanciato dal 58enne Michele Parzani, che da quasi tre decadi vive nella storica cascina adrense. Qui si sono ritrovati sabati i volontari della storica associazione «Monte Alto», per elaborare una bozza di documento da condividere e poi da rilanciare sul territorio, dalle istituzioni ai cittadini, a partire da quelli dei 5 comuni che circondano il rilievo: Adro, Corte Franca, Iseo, Paratico e Capriolo, dove la storica libreria Muratori si è data disponibile come punto di raccolta delle firme.
Condivisione
Per «mantenere intatta una delle pochissime realtà ancora integre della zona, un secolare bosco ceduo tra i prati» si dicono anche gli attivisti di «Progetto Ecosebino», gruppo a cavallo tra Bergamo e Brescia per «sostenere la rigenerazione ecosociale di Sebino, Franciacorta e Oglio». Un loro video, girato allo Stallone, è diventato virale sui social (almeno nell’Ovest Bresciano), con decine e decine di commenti, divisi tra favorevoli e contrari alla trasformazione in vigneto dell’area.
Un tema, quello dell’innalzamento delle attività agricole, di fronte al riscaldamento climatico, che secondo il circolo di Legambiente della Franciacorta va affrontato a livello di sistema: «Il territorio - commenta il presidente, Silvio Parzanini - si è dato uno strumento, il Ptra Franciacorta», approvato da Regione Lombardia ormai cinque anni fa, nel 2017.
Richieste
«Quel testo deve servire in queste circostanze: serve a progettare il futuro del territorio. Da mesi chiediamo un tavolo che coinvolga le istituzioni - dalla Regione alla Provincia, fino ai sindaci dell’associazione Terra della Franciacorta -, il Consorzio per la tutela del Franciacorta, la Soprintendenza, le realtà agricole e quelle ambientali. Non abbiamo ancora ricevuto risposta, ma... se non ora, quando?».
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