Nel lago d'Iseo si continua a cercare il corpo di Chiara Mercedes Lindl
Un dolore grande come quello causato dalla perdita di un figlio è immaginabile non possa essere lenito in alcun modo. Eppure la caparbietà con cui i genitori della giovane Chiara Mercedes Lindl continuano a cercare di recuperare almeno il suo corpo dalle acque del lago d'Iseo dimostra come l’amore non abbia confini, e come nemmeno la morte lo sia.
Chiara Mercedes Lindl è la ragazza tedesca di vent’anni scomparsa nel Sebino il 1° settembre scorso in seguito a un incidente, mentre si trovava a bordo di una barca con alcuni amici. Nonostante le ricerche di gruppo siano terminate un paio di settimane dopo la disgrazia, qualcuno che sta tenendo accesa la speranza di ritrovare il corpo di Chiara c’è ancora. È il Nucleo sommozzatori dei Volontari del Garda, un sodalizio composto da undici sub capaci, esperti e attrezzati con le tecnologie di ricerca in acqua più all’avanguardia, che anche negli scorsi sabato e domenica, come tutti i fine settimana dal giorno della scomparsa a oggi, hanno scandagliato la parte di fondale tra Pisogne e Lovere dove s’è inabissata la giovane.
Ricerche con il sonar
Nell’ultimo weekend sul posto c’erano Mauro, Stefano ed Ennio. I tre hanno inziato le giornate di lavoro alle 8,30 e le hanno terminate verso le 17. Fino ad oggi hanno «battuto» quel tratto di lago in modo meticoloso. Da settembre il sonar rileva-presenze è stato calato in acqua verso il fondale ben 1.345 volte. Ha perlustrato un’area di 29,2 chilometri quadrati compresi in un tratto d’acqua profondo tra 80 e 140 metri. Il sonar ha rilevato un centinaio di oggetti simili per dimensioni a un corpo umano, ma in tutti i casi si trattava di pezzi di tronchi o rami d’albero trasportati nel lago dall’Oglio.A verificarlo, come spiega il responsabile del Nucleo, Mauro Fusato, è stato il robottino Rov, calato in acqua per controllare tramite telecamera la reale natura del corpo rilevato quando il sonar ne intercettava la presenza. Il raggio d’azione del sonar è di 30 metri nei punti critici e 50 metri dove il fondo è meno impervio.
La zona sud ovest
Dopo decine di ore di lavoro resta da completare l’analisi della zona sud ovest, un tratto di mezzo chilometro quadrato dove fino a questo momento i controlli sono stati meno fitti: per ispezionarlo serviranno altri tre finesettimana.
Ostacolo principale alle ricerche sono le tonnellate di legname, tra tronchi e rami, depositati sul fondo dalle piene autunnali del fiume. «Se il corpo fosse vicino a uno di questi - confidano Mauro, Ennio e Stefano - rilevarlo sarebbe difficilissimo, ma noi siamo qui per non lasciare niente di intentato e continuare a dare il nostro sostegno operativo ai genitori della ragazza».
La raccolta fondi
A contribuire alle ricerche, che hanno costi vivi significativi (solo il trasporto della pilotina da Salò a Pisogne son serviti 3.000 euro), stanno pensando anche gli amici e tante persone solidali con la famiglia Mercedes Lindl. Negli ultimi giorni sono stati raccolti ancora circa 15.000 euro, tramite la piattaforma gofundme.com.
L’attività potrà quindi continuare: sarà difficile, ma si farà tutto il possibile per poter lenire il dolore dei genitori di Chiara.
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