Musil, via libera all’acquisto della sede di Rodengo
Alla fine il via libera è arrivato: la Provincia di Brescia acquisirà l’immobile che ospita il Museo dell’industria e del lavoro di Rodengo e lo girerà in comodato gratuito alla Fondazione Musil. Dopo lo slittamento di un paio di settimane ga (per la mancata ratifica dell’uscita del Comune di Rodengo dall’Accordo di Programma del 2005), ieri il collegio di vigilanza ha approvato all’unanimità l’atto integrativo che dà conto dell’acquisto della struttura.
L’operazione vale 1,6 milioni di euro, Iva inclusa. La Fondazione Musil ha a disposizione 1,2 milioni, il residuo delle somme versate dalla Provincia (1,3 milioni) e da A2A (un milione). Per non perdere gli investimenti fatti finora e preservare il valore culturale del progetto, Regione Lombardia - grazie all’impegno dell’assessore Stefano Bruno Galli - contribuirà all’acquisto con 310mila euro, che si aggiungono ai 200mila già versati.
Ora la palla passa alla Provincia di Brescia. Sarà l’ente guidato da Samuele Alghisi a comprare l’immobile. Si chiude così una vicenda che si trascina da anni. La sede di Rodengo (un «magazzino visitabile» a servizio dell’intero sistema museale) è stata a lungo in bilico tra sfratto e acquisto della struttura. Ora, con questa mossa, si potrà dare stabilità all’intero sistema museale.
Il progetto Musil è infatti quello di un museo articolato su più sedi nel territorio bresciano. Ad oggi vi sono il «magazzino» di Rodengo, il museo dell’energia idroelettrica a Cedegolo, nell’ex centrale Enel, e il museo dei ferro a San Bartolomeo, in città. Manca ancora la sede centrale, che nascerà nell’ex Tempini, nel cuore del comparto Milano, a fianco del cimitero Vantiniano.
Dopo il fallimento del compartista Basileus, i lavori si sono fermati. La Loggia però intende incassare le fidejussioni versate nel 2008 e far ripartire i cantieri: la prima fidejussione da 3,9 milioni di euro riguarda le opere d’urbanizzazione relative al Musil e il 3 agosto si è avviata la procedura per escutere poco più di un milione di euro (il valore delle opere non realizzate); la seconda fidejussione (11,9 milioni) è per la costruzione della sede centrale vera e propria.
Ma per quantificare l’importo esatto da incassare bisogna aspettare il certificato di collaudo delle opere già realizzate dall’impresa incaricata da Basileus: sarà possibile escutere la somma risultate dalla differenza tra l’importo garantito (11,9 milioni) e il valore delle opere collaudate. Solo a quel punto la Loggia, con i fondi in cassa, potrà far partire una nuova gara per ultimare i lavori. L’obiettivo è il 2024. Si vedrà.
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