Muore a 16 anni, la scuola racconta cosa è successo

A spiegare la dinamica di quanto successo è un comunicato della scuola
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Si era chinato per raccogliere il cellulare Abdul Gaye, il sedicenne morto martedì dopo aver picchiato la testa in classe, all’istituto Mozzali di Treviglio (Bergamo). A spiegare la dinamica di quanto successo è un comunicato della scuola.

«Dopo aver ascoltato attentamente i testimoni dell’episodio, il docente e due compagni di classe seduti più vicini al povero Abdul, in qualità di dirigente scolastico ho accertato la esatta dinamica dell’evento - scrive la preside Gloria Albonetti -. Intorno alle 13.15 Abdul, normalmente seduto sulla sua sedia, si è piegato poggiando la fronte sul banco per raccogliere il suo cellulare da terra: il suo compagno di banco ha notato che Abdul indugiava stranamente in questa posizione piegata in avanti».

«A un certo punto il compagno gli ha chiesto come si sentiva - continua il racconto della dirigente -. Abdul non ha risposto ma ha preso un grosso respiro e, sempre da seduto, ha oscillato di colpo con la testa indietro, urtando con l’occipite sul vetro della finestra, che peraltro è infrangibile per motivi di sicurezza.

Successivamente il povero Abdul è svenuto e, come da verbale del Pronto soccorso di Treviglio, il 118 ha preso in carico il ragazzo alle 13.20». Istituto e ospedale sono infatti confinanti e i soccorsi sono stati immediati. Il decesso è avvenuto alle 14.22.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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