Motonave Predore, un buco nell’acqua costato 2,4 milioni di euro
Tre anni di attesa, due milioni e quattrocentomila euro di fondi pubblici spesi per la sua costruzione: eppure la Predore, la motonave ibrida commissionata dalla Navigazione Lago d’Iseo ai Cantieri Zara, è ancora ferma a Costa Volpino, non funzionante. L’unica e-boat destinata a solcare le acque di un lago italiano non è stata mai stata varata per problemi ai motori.
La Predore, arrivata sul Sebino nel maggio del 2018, doveva entrare a far parte della flotta della Navigazione per la stagione estiva 2019, ma il progetto si è arenato per problemi ai due propulsori (uno elettrico, l’altro diesel). Nel giugno di un anno fa la società di trasporti ha rescisso il contratto con il cantiere veneto risultato aggiudicatario e verso il quale è stata intrapresa, già allora, un’azione legale.
«Attualmente il consulente tecnico d’ufficio nominato dal Tribunale di Brescia ha consegnato la relazione, quindi probabilmente nel prossimo mese di novembre ci potrà essere la prima udienza» spiega Giuseppe Faccanoni, presidente di Navigazione. Navigazione Lago d’Iseo ha chiesto il risarcimento per quanto già versato, ovvero l’80% del costo della nave. Il prossimo passo sarà iscrivere la Predore nel registro di Brescia e così poi dare il via ad un nuovo bando per cambiare il sistema propulsivo.
Intanto Legambiente Basso Sebino è tornata sul tema sottolineando come siano stati spesi fondi pubblici per un’imbarcazione mai utilizzata, ferma in cantiere da tre anni e con un futuro incerto. «È oggi in corso una campagna denigratoria nei confronti della società pubblica - afferma Faccanoni - e stiamo valutando se ci siano gli estremi per un esposto. Intanto è già stata depositata querela nei confronti di chi ha parlato di pressioni nel bando pubblico. Questo recitava “Fornitura di una nave con determinate caratteristiche” con il solo vincolo che fosse approvata dal Rina, il Registro italiano navale. Non solo questo non è avvenuto, ma la motonave è stata progettata male e non può neppure funzionare».
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