«Mirta Flower Farm»: boccioli rarissimi all'ombra di Punta Almana

A Portole di Sale Marasino la giovane Martina ha dato vita a un’azienda agricola quasi unica in Italia
Martina Pagani nel suo appezzamento - Foto © www.giornaledibrescia.it
Martina Pagani nel suo appezzamento - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Rispetto dell’ambiente, sostenibilità, circolarità, e messa al bando dei prodotti chimici. Sono i pilastri dello Slow Flowers, filosofia di produzione di fiori da taglio nata negli Stati Uniti e sbarcata in Europa solo di recente. Le aziende agricole che vi aderiscono in Italia sono pochissime, ma il Bresciano può contarne una: quella della giovane Martina Pagani, di 23 anni.

  • Fiori e composizioni della flower farm
    Fiori e composizioni della flower farm
  • Fiori e composizioni della flower farm
    Fiori e composizioni della flower farm
  • Fiori e composizioni della flower farm
    Fiori e composizioni della flower farm
  • Fiori e composizioni della flower farm
    Fiori e composizioni della flower farm
  • Fiori e composizioni della flower farm
    Fiori e composizioni della flower farm
  • Fiori e composizioni della flower farm
    Fiori e composizioni della flower farm
  • Fiori e composizioni della flower farm
    Fiori e composizioni della flower farm
  • Fiori e composizioni della flower farm
    Fiori e composizioni della flower farm
È a Portole, località di Sale Marasino, proprio sotto Punta Almana, tra i prati dei campi-volo di chi fa parapendio. Qui Martina da tre anni, nel suo appezzamento di 3.200 metri quadrati, coltiva fiori rari, seguendo il ritmo della natura, in balia del clima sempre più bizzarro, e senza far uso di fertilizzanti. Fiori a chilometri zero, si potrebbe dire, a differenza della stragrande maggioranza di quelli che si possono trovare in commercio, prodotti in Sud Africa, portati in Olanda e da qui smerciati nel resto d’Europa.

«Qui riesco a coltivare tulipani, di vari tipi, narcisi, giacinti, peonie, ma anche garofani, dalie, cosmee e molti altri fiori. Prima li semino nei vassoi in serra, e poi li sposto nelle vasche all’aperto - ci racconta con gli occhi brillanti di chi sta realizzando il suo sogno -. E tutto però dipende dal clima. Se fa caldo troppo presto, se subentra il freddo, i fiori ne risentono molto, magari crescono poco in altezza e più piccoli, ma sono anche più resistenti». Di certo però, quando sbocciano la riempiono di soddisfazione e la ripagano dell’impegno e degli sforzi fatti per realizzare la sua «Mirta Flower Farm», con l’aiuto dei genitori e della famiglia del fidanzato.

«La mia è una passione che avevo fin da piccola. Dopo aver studiato all’istituto agrario sono andata a lavorare per un agronomo. La mattina sto in ufficio e il pomeriggio lo passo qui, in mezzo alla natura. Volevo coltivare fiori mai visti in Italia, e all’inizio avevo preso contatto con una Flower Farm americana. Ora siamo in sei, e abbiamo dato vita all’Italian Flower Farmer, un gruppo in cui ci scambiamo idee e consigli».

I fiori coltivati a Portole vengono utilizzati in matrimoni e da fioristi che puntano su prodotti ricercati, ma nel fine settimana Martina è ben contenta di aprire la sua azienda agli appassionati e allestisce un gazebo per la vendita.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato