«Mirta Flower Farm»: boccioli rarissimi all'ombra di Punta Almana
Rispetto dell’ambiente, sostenibilità, circolarità, e messa al bando dei prodotti chimici. Sono i pilastri dello Slow Flowers, filosofia di produzione di fiori da taglio nata negli Stati Uniti e sbarcata in Europa solo di recente. Le aziende agricole che vi aderiscono in Italia sono pochissime, ma il Bresciano può contarne una: quella della giovane Martina Pagani, di 23 anni.
«Qui riesco a coltivare tulipani, di vari tipi, narcisi, giacinti, peonie, ma anche garofani, dalie, cosmee e molti altri fiori. Prima li semino nei vassoi in serra, e poi li sposto nelle vasche all’aperto - ci racconta con gli occhi brillanti di chi sta realizzando il suo sogno -. E tutto però dipende dal clima. Se fa caldo troppo presto, se subentra il freddo, i fiori ne risentono molto, magari crescono poco in altezza e più piccoli, ma sono anche più resistenti». Di certo però, quando sbocciano la riempiono di soddisfazione e la ripagano dell’impegno e degli sforzi fatti per realizzare la sua «Mirta Flower Farm», con l’aiuto dei genitori e della famiglia del fidanzato.
«La mia è una passione che avevo fin da piccola. Dopo aver studiato all’istituto agrario sono andata a lavorare per un agronomo. La mattina sto in ufficio e il pomeriggio lo passo qui, in mezzo alla natura. Volevo coltivare fiori mai visti in Italia, e all’inizio avevo preso contatto con una Flower Farm americana. Ora siamo in sei, e abbiamo dato vita all’Italian Flower Farmer, un gruppo in cui ci scambiamo idee e consigli».
I fiori coltivati a Portole vengono utilizzati in matrimoni e da fioristi che puntano su prodotti ricercati, ma nel fine settimana Martina è ben contenta di aprire la sua azienda agli appassionati e allestisce un gazebo per la vendita.
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