Mesi di pedinamenti per bloccare gli aspiranti jihadisti

L'inchiesta era nata sulla raccolta di dati in merito a donne italiane sposate con stranieri che in rete manifestavano simpatia per l'Isis
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Ci sono voluti otto mesi di pedinamenti per arrivare all’espulsione del tunisino di trent’anni e all’iscrizione nel registro degli indagati della moglie venticinquenne, Sara Pilè, di Monticelli Brusati

L'inchiesta, condotta dal sostituto procuratore di Brescia Silvia Bonardi, era nata sulla raccolta di dati in merito a donne italiane sposate con stranieri che in rete manifestavano simpatia per le azioni dell'Isis

«La donna aveva anche pensato all'acquisto di un'auto per poter compiere il viaggio», ha spiegato il questore di Brescia Vincenzo Ciarambino. «Siamo riusciti a fermarli prima della partenza ed è un caso unico fino a questo momento in Italia». 

Si tratta anche del primo caso di espulsione dal territorio nazionale per questioni legate al terrorismo di un cittadino sposato con una donna italiana. «Erano pronti a diventare foreign fighters al termine di quello che è stato un percorso di radicalizzazione della giovane che proviene da una famiglia molto inserita nel tessuto sociale 
bresciano», ha spiegato il questore di Brescia. 

Lo scorso anno la coppia era stata anche per un periodo in Tunisia, punto più alto, fino a quel momento, della radicalizzazione di Sarà Pilè che poi era tornata a vivere a Monticelli Brusati, «perché rimasta senza i soldi del padre», spiegano in paese i maligni. 

La coppia viveva a casa dei genitori di lei, ma a gennaio il marito Sagrari Naim era stato allontanato dal suocero perché esasperato dallo stile di vita intrapreso dalla figlia. 

«Io vivo qui solo con il mio corpo invece la mia anima e il mio pensiero sono in un posto molto lontano...» è uno dei messaggi intercettati sul profilo della 25enne bresciana che per tutto il giorno si è trincerata dietro il silenzio, nella casa di famiglia, protetta dai genitori e dai fratelli.

La bresciana, figlia di un imprenditore franciacortino, si era sposata con il tunisino due volte; la prima con rito
islamico nel 2010 e la seconda volta la scorsa estate con rito civile davanti al vicesindaco del paese dove è cresciuta, ha frequentato le scuole e ricevuto i sacramenti di battesimo, comunione e cresima.

La svolta religiosa è arrivata quattro anni fa per amore di quel ragazzo già espulso una volta perché irregolare sul
territorio e che ora era in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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