Lombardia 2023, Lupi e Sgarbi: «Brescia e Bergamo cuore della proposta politica»
«Siamo distinti, seppur non distanti, dalle altre forze della coalizione. Vogliamo ridare forza all'anima liberale, moderata e riformista del centrodestra, senza la quale non si può parlare compiutamente di centrodestra». Parola di Maurizio Lupi, che assieme a Vittorio Sgarbi ha presentato i candidati alla Regionali 2023 per «Noi Moderati - Rinascimento Sgarbi per Fontana Presidente» a Brescia e Bergamo.
Non casuale il luogo scelto per l'incontro, Villa Calini di Coccaglio. «Qui siamo a metà strada - ha spiegato Lupi - tra Brescia e Bergamo, ieri in prima fila nella lotta contro un nemico sconosciuto - il Covid - e oggi capitali italiane della cultura. Un segno di rinascita e di ripartenza che per è anche il cuore della nostra proposta politica in Lombardia.
Sappiamo bene che le due province sono un polo decisivo per l'agricoltura e l'impresa. La forza di questi territori non sono mai state tanto le materie prime quanto la capacità di trasformare e innovare, puntando su qualità ed eccellenza. Per farlo è fondamentale l'istruzione, la formazione e soprattutto la cultura: senza radici e identità non si possono affrontare le sfide del futuro».
Candidato a Brescia e Bergamo, come primo della lista, è anche il sottosegretario governativo alla cultura, Vittorio Sgarbi. «Rinascimento - ha spiegato a Coccaglio - è il termine che meglio indica la nostra essenza: lombarda, italiana ma pure universale. È il richiamo alla cultura, alla bellezza, all'arte e dunque alla politica, che deve innalzare lo spirito dei cittadini non solo con garanzie materiali. Servono idee forti, che ci rendano uomini degni di essere tali. Il mio nome e la mia candidatura sono la forza polemica che anima la politica».
Sgarbi ha poi parlato di Brescia e Bergano Capitale della Cultura, «due città splendide che usano la cultura come antidoto al male del Covid19. Tornerò presto a Brescia per inaugurare le mostre in programma». Sulle critiche rivolte nei giorni scorsi al logo dell'iniziativa, il sottosegretario ha infine ribadito il proprio punto di vista: «La mia non è una critica politica o culturale, ma meramente estetica a quelli che, pagati, hanno fatto un logo che ritengo non comunicante e non esauriente».
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