L’isola che non c’è, la zattera di plastica che depura l'acqua

«L’Isola che non c’è» verrà presto alla luce. Nella darsena del circolo nautico Bersaglio di Costa Volpino gli studenti del liceo Decio Celeri di Lovere stanno allestendo, grazie alla raccolta di trentamila bottiglie di plastica effettuata negli scorsi mesi scolastici, i galleggianti di una zattera da posizionare sul Sebino, che supporterà un sistema di fitodepurazione. Tutto è partito da un progetto scolastico, denominato appunto l’«Isola che non c’è», promosso dal docente Fabio Campagnoni, supportato a livello economico e produttivo da Comuni e aziende del territorio.
L’impianto allestito sulla «zattera» dovrà filtrare l’acqua del lago. «L’aspetto ambientale potrà convivere con quello estetico, cui lavoreranno gli alunni del liceo artistico - spiega Campagnoni -. Intanto sono iniziate le fasi dell’allestimento grazie alle reti messe a disposizione dal retificio La Rete di Monteisola.
Il kit di fitodepurazione, costituito da ghiaia, piante e microroganismi che depureranno l’acqua da sostanze inquinanti, è stato ordinato e sono stati realizzati dei modellini che hanno attirato l’interesse di sponsor quali Lucchini di Lovere, Beretta di Gardone Valtrompia, 3 Effe di Bossico, Navigazione Lago d’Iseo e Lions Club Brescia».
Sostenibilità. L’intenzione è quella di far girare per tutto il lago la zattera depuratrice. A Lovere verrà inaugurata in settembre, ma potrà essere trasportata ovunque. Non solo: vi si organizzeranno laboratori ed esperimenti. «In settembre - conclude il professor Fabio Campagnoni - a Lovere verrà lanciato un concorso per stabilire la forma definitiva dell’isola galleggiante e il nome».
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