Liberato nel lago un milione di mini-coregoni

Presto in arrivo altri avannotti cresciuti nell’incubatoio di Clusane
Dalle barche. L’operazione di ripopolamento del Sebino
Dalle barche. L’operazione di ripopolamento del Sebino
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Il Sebino è più ricco. Nelle ultime ore le guardie ittico venatorie provinciali, i pescatori professionisti e dilettanti e i volontari che gestiscono l’incubatoio del pesce di Clusane hanno liberato nelle acque del lago un milione di pesciolini, tutti avannotti di coregone.

L’operazione, compiuta tra le rive e le acque poco più profonde, ha già interessato buona parte dei paesi rivieraschi. In cinque giornate sono state immesse decine di migliaia di pesciolini in zone diverse, tra Paratico, Iseo, Sulzano, Sale Marasino e Marone.

L’ultima semina, avvenuta venerdì 23, ha visto la liberazione di 500mila «esserini» sulla sponda bergamasca, tra Tavernola e le aree vicine più propizie. Il lavoro però non è finito. La prossima tappa toccherà Pisogne e l’alto lago.

«L’immissione - come spiegato dal responsabile della Polizia provinciale Gian Luca Cominini - continuerà poi ancora una decina di giorni. Si concluderà entro la fine della prima decade di marzo, perché il freddo di questi giorni ha rallentato i tempi di sviluppo degli avannotti, che, con l’acqua a 6 gradi sono pronti per essere liberati in 50 giorni, ma con l’acqua a 5 gradi ne necessitano di 60». Un grammo. Nelle «campane» di vetro e nelle vasche di accrescimento della struttura gestita dall’Ufficio pesca della Provincia - con il sostegno dell’Associazione Sebino Franciacorta - c’è infatti a oggi ancora un milione di pesciolini, «che al momento di prendere il largo e affrontare la vita senza più tutele del lago - ci hanno ricordato soddisfatti i pescatori Marzio Danesi e Luciano Barbieri, della Cooperativa pescatori di Clusane - hanno dimensioni di un centimetro e pesano un grammo o poco più».

Dopo la campagna del coregone l’incubatoio di via Degli orti non si fermerà. A marzo il lavoro continuerà con il reperimento e l’accrescimento delle uova di luccio, mentre per maggio - come programmato dall’ente che ha base in città, in via Dalmazia - toccherà per la prima volta alla tinca, una lavorazione delicata che prevede la raccolta di 70-100mila uova, in parte anche di cavedano.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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