Legambiente: «Basta voli a bassa quota sulla Franciacorta»
«Basta voli a bassa quota sulla Franciacorta: le alternative ci sono. Siamo pronti a presentare una proposta credibile e alternativa per fare virare gli aerei diretti a Orio al Serio sulla Bergamasca». Parola di Silvio Parzanini, presidente del circolo Legambiente Franciacorta, che sta facendo da collante alle decine di segnalazioni dei residenti di Coccaglio, Cazzago, Erbusco, Palazzolo, Rovato, Corte Franca, Capriolo e dintorni.
Le virate dei mezzi avvengono nei pressi del Monte Orfano, provocando forti rumori e preoccupazione per la salute. Dopo la pausa, forzata, del traffico aereo durante la fase più acuta della pandemia da Covid-19, ora le virate sono riprese. Con l’arrivo della vacanze natalizie, momento di boom per il traffico aereo, il timore dei residenti è quello di un Natale e un Capodanno da trascorrere con i tappi per le orecchie.
«Abbiamo contattato - spiega Parzanini - alcuni esperti di aviazione civile, che incontreremo nei prossimi giorni. L’obiettivo è di arrivare a produrre, subito dopo le festività, un piano credibile e pratico che mostri alternative reali ai sorvoli sulla Franciacorta. A quel punto coinvolgeremo le Amministrazioni comunali del territorio e chiederemo interlocuzioni serie sia a Sacbo (società che gestisce l’aeroporto bergamasco, ndr) sia alle autorità ministeriali e non competenti per quanto riguarda l’aviazione civile».
La partita non è delle più facili: le attuali rotte sono quelle modificate nel 2017, dopo anni di battaglie analoghe condotte da diversi Comuni che confinano con l’aerobase, anche loro esasperati da rumori e paure per il possibile inquinamento. Da allora, il traffico aereo in arrivo nello scalo orobico ha modificato le rotte in entrata, con la discesa dei mezzi spostata sui cieli di Franciacorta e di una fetta di Bassa Occidentale, oltre a transiti più assidui su Alto Garda e Valtrompia.
I primi a lamentarsi furono i residenti di San Donato, quartiere rovatese: in una lettera inviata alle istituzioni lamentavano, già in periodo pre Covid, «boati molti forti. A volte tremano i vetri delle case, non è possibile stare all’aperto durante il passaggio degli aerei o tenere le finestre aperte. Passa un aereo ogni cinque minuti».
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