Le santelle abusive che scuotono il Monte Orfano
«L’Amministrazione comunale di Cologne non è intervenuta per bloccare l’abuso di cui tutti sapevano. Così ha fatto in modo che la legge non venisse rispettata».
Con queste parole l’ex sindaco Danilo Verzeletti, ora consigliere di minoranza della Civica Colognese, accusa pesantemente l’Amministrazione guidata dal sindaco Carlo Chiari richiamando la spinosa vicenda delle santelle sul Monte Orfano. Posizionate dagli Alpini lo scorso autunno, e giudicate abusive in marzo dalla Sovrintendenza di Brescia, non sono ancora state rimosse (le penne nere aspettano il termine imposto dall’Ente, che sarà tra circa un mese e mezzo).
Secondo Verzeletti «tutti, chi più e chi meno, sono corresponsabili di un abuso che si conosceva fin dall’inizio, un abuso perpetrato nei confronti della comunità e ben evidenziato nel parere della Sovrintendenza».
L’ex sindaco chiama in causa gli Alpini perché «hanno scelto dei manufatti in cemento armato, materiale incompatibile con l’ambiente circostante e brutto da vedere» e l’Ufficio tecnico del Comune, «che si è mosso solo dopo la nostra segnalazione». Una volta depositata la Scia (segnalazione certificata di inizio attività) dagli Alpini il 24 luglio 2014, «l’ente sarebbe dovuto intervenire prima della posa delle cinque santelle esprimendo diniego a norma di legge. Invece ha negato solo la posa delle basi, demandando il resto prima alla Commissione paesaggio e poi alla Sovrintendenza».
L’Amministrazione comunale si limita a dire che «si tratta della solita sterile polemica» e che, secondo quanto già comunicato qualche giorno fa, «il Comune è stato costretto a marzo dalla Soprintendenza di Brescia a ordinare la demolizione. Amministrazione ed Uffici comunali hanno rispettato le procedure che la legge impone, senza commettere alcuna infrazione, tant’è che la Scia non prevedeva alcun basamento. L’ordinanza di demolizione altro non è che l’esito del procedimento avviato che ha coinvolto anche la Commissione paesaggio».
Verzeletti, però, rincara la dose: «La Sovrintendenza ha scritto che l’intervento è di scarsa qualità architettonica, avulso dal contesto per materiali, dimensioni e tipologia costruttiva - conclude l’ex sindaco -. L’abuso non riguarda pochi centimetri quadrati, ma l’intero manufatto. È grottesco che l’Ufficio Tecnico abbia emesso un’ordinanza per la rimozione dei soli basamanti».
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