L’aut aut di Salvini: «Autonomia e Tav o vado avanti da solo»
L’ultimatum ha risuonato senza esitazione: o si va avanti «con coraggio», oppure si va al voto. Vale in primis per l’Autonomia, perché «dopo mesi di riunioni, incontri e approfondimenti le Regioni i loro compiti li hanno fatti, sono arrivati altri sette territori a chiedere autonomia. Ma se in un anno per i freni dei 5 stelle non siamo ancora riusciti a partorire neanche una bozza d’intesa evidentemente qualcuno non ci crede e allora così non può andare». Insomma il messaggio agli alleati di governo è diretto: «Patti chiari e amicizia lunga, o arrivano i sì oppure insieme non si può governare».
Che i nervi a Roma siano tesi, anzi tesissimi, trapela ad ogni dichiarazione dal palco del teatro Mucchetti di Adro, dove ieri sera per l’arrivo del vicepremier Matteo Salvini la folla accorsa alla festa della Lega era in delirio con una buona mezz’ora di anticipo. A introdurre il tema del momento è Davide Caparini che sventola sul palco la carta dell’autonomia facendo da facilitatore al primo applauso con urla incorporate: «Abbiamo bisogno delle risorse per l’autonomia, non chiediamo altro».
E Salvini raccoglie l’assist quasi subito, schierandosi dalla parte dei governatori di Lombardia e Veneto e, quindi, contro il premier Conte. Non è l’unico momento in cui il Matteo nazionale minaccia lo strappo istituzionale presentando alla folla il sogno di una leadership indiscussa della Lega. Lo fa anche parlando di Tav, di tasse, di riforma della giustizia e, soprattutto, di Europa.
«Vi posso dare la mia parola d’onore che qualunque scelta farò nei prossimi giorni sarà fatta pensando al bene dei miei e dei nostri figli e non in base alle poltrone. Non accetterò più neanche per un minuto di stare ancora al governo con chi dice no a tutto: alla Tav, alle autonomie, alle risorse. L’Italia ora ha bisogno di sì. Voglio un paese che cresce, che costruisce e che lavora andando veloce, andando avanti».
La chiusura, tra selfie, aneddoti e la maglietta del Brescia («è l’unica squadra di serie A gemellata col mio Milan») va ancora ad incitare il pubblico: «Stiamo al governo solo e soltanto se abbiamo la garanzia di poter andare avanti, se qualcuno ha il freno a mano tirato allora andiamo avanti da soli. Voi siete pronti?». Il vicepremier, evidentemente, sì.
L'articolo completo sul Giornale di Brescia in edicola oggi, lunedì 22 luglio, scaricabile anche in formato digitale.
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