L'assessore silurato per l'errore di una compagnia telefonica

Wind 3 ha rimborsato i 13mila euro pagati da Arturo Albertini, il quale venne cacciato dal Comune. «Ora via alle azioni legali»
L’ex assessore di Rodengo Saiano, Arturo Albertini, protagonista di una doppiamente spiacevole vicenda - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’ex assessore di Rodengo Saiano, Arturo Albertini, protagonista di una doppiamente spiacevole vicenda - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Una maxi bolletta attribuibile solo ad un colossale errore di Wind 3. Con il (doppio) bonifico da 13.756 euro erogato dal gestore telefonico all’ex assessore ai Servizi Sociali di Rodengo Saiano Arturo Albertini si è chiuso il «caso» della bolletta salatissima legata alla sim del telefono comunale di Albertini giunta in Comune lo scorso ottobre. Questa la pietra tombale che mette in evidenza lo sbaglio di fatturazione effettuato dal gestore telefonico. 

Un errore costato carissimo, in tutti i sensi, ad Albertini, che fu costretto dal sindaco (oramai ex) Giuseppe Andreoli e dall’Amministrazione a presentare le proprie dimissioni dalla carica di assessore e a pagare per intero l’ammontare della bolletta, riferita alle 11 sim comunali per il bimestre luglio-agosto (ma l’anomalia si concentrava solo su quattro giorni nei quali Albertini utilizzò il suo telefonino a Tenerife). Oggi, chiusa la vicenda, Albertini torna a parlare e si toglie qualche sassolino dalle scarpe, sia nei confronti di sindaco e Giunta, sia per quel che riguarda il gestore telefonico, che ha impiegato ben dieci mesi per mettere fine ad una vicenda che, per certi versi, ha dell’assurdo. «Ho ricevuto un trattamento inaspettato da parte del sindaco, con cui ho collaborato per due mandati e dal quale ho sempre ricevuto deleghe importanti, come nella commissione controllo della Rsa, e nonostante avessi già dimostrato come l’errore del gestore telefonico fosse palese - attacca Albertini -. Sono stato costretto a lasciare il mio incarico anche per un presunto utilizzo improprio del cellulare che mi fu dato in dotazione dal Comune, quando invece, lo dico le prove che ho esibito, avevo utilizzato il telefonino solo per scopi istituzionali».

Qui «entra in gioco» l’errore di Wind 3: «C’era la certezza di aver utilizzato in modo adeguato il cellulare, ma anche il lapalissiano errore di Wind 3, visto che applicando la tariffa del mio piano avrei dovuto, dati alla mano, pagare al massimo 188 euro e non gli oltre 10mila euro in fattura - prosegue Albertini -. Questo mi è stato confermato dapprima via sms e poi telefonicamente dagli operatori».

Nonostante l’errore fosse palese, il contenzioso con l’operatore, con l’intervento del Co.re.com (e della responsabile Manoela Longhin), si è chiuso solo ora, con il bonifico datato 6 agosto. Il futuro potrebbe essere ora una doppia azione legale, «ho aspettato la chiusura della vicenda per esprimermi definitivamente - conclude Albertini -. Citerò certamente in giudizio Wind 3 per l’errore e una risposta definitiva sulla vicenda che è giunta solo dopo dieci mesi, e tutto questo è scandaloso. Valuterò anche l’azione legale nei confronti del Comune per avermi fatto pagare in prima battuta tutti i 13.756 euro delle 11 sim, quando l’errore nell’addebito era già stato appurato. Per fortuna mi sono occupato personalmente del ricorso e non ho atteso si muovesse il Comune, che si è dimostrato pesantemente lacunoso e si è mosso solo a fine gennaio, in grave ritardo».

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