Lasciano il lavoro per andare a gestire il rifugio sui monti
Le montagne bresciane si arricchiscono di una nuova coppia di appassionati gestori di rifugio che viene dal lago. Da qualche giorno il rifugio Bazena, sulle vette brenesi, al confine con Valtrompia e Valsabbia, è condotto da Sonia Bettoni e Massimo Lazzaroni, 38 e 40 anni, che hanno dato pieno compimento al loro amore per la natura e la vita all’aria aperta.
Residenti a Sulzano, con due figlie di 14 e 8 anni, Sonia e Massimo hanno lasciato i loro lavori da dipendenti, lui come muratore e lei come impiegata alla Cacciamatta di Iseo, per buttarsi a tempo pieno nella nuova avventura.
«Ci pensavamo da qualche anno, abbiamo già provato a fare qualche bando - racconta Sonia - ed è andata bene con il Bazena, che abbiamo preso dalla cooperativa Alpini di Valcamonica, che ne è proprietaria. Da qualche mese stiamo lavorando qui, dapprima per sistemare l’edificio e rinnovarlo, da una settimana aprendo il ristorante. Per le 12 camere vorremmo partire da Pasqua».
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La struttura, a 1.800 metri di quota, è aperta da venerdì a domenica sino a fine marzo; con aprile e il periodo di Pasqua gli orari saranno allargati, per poi andare sette giorni su sette dalla riapertura della provinciale 345, si pensa da maggio. «Massimo ha compiuto 40 anni - continua Sonia - e ci siamo detti: ora o mai più e anche le bambine ci danno una mano, sono entusiaste. Siamo appassionati di montagna, io sono anche una sky runner (nel 2021 ha partecipato all’Adamello Ultra trail e si sta allenando per il 2022, ndr) e la zona qui è ideale per allenarsi».
Lo staff, quasi tutto al femminile, si completa, al momento, con una cuoca, Gloria di Esine, già esperta del settore. In un solo fine settimana di apertura l’afflusso è stato eccezionale, nonostante la nebbia e il tempo non proprio a favore. A surclassare tutto è l’entusiasmo, sia dei gestori, sia degli avventori. «Ho capito - conclude Sonia - che camuni e non solo sono molto affezionati a questo posto. Noi vorremmo stringere collaborazioni con il Cai e con le società sportive, poi ci hanno contattato gli astrofili e i cinofili e a tante altre realtà. Siamo davvero molto carichi».
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