Laghi a secco: ecco i dati di Garda, Sebino e Idro

Cinque mesi di siccità, ora «Scipione» in arrivo: per salvare la campagna irrigazioni in anticipo
La grande sete: laghi e fiumi in crisi, emergono le sponde - © www.giornaledibrescia.it
La grande sete: laghi e fiumi in crisi, emergono le sponde - © www.giornaledibrescia.it
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La stagione delle irrigazioni ha preso il via nelle nostre campagne con una settimana di anticipo sull’inizio di giugno, il momento prefissato dai gestori delle acque. Nonostante sia trascorsa buona parte della primavera, la campagna bresciana è infatti ancora arida, l’acqua dello scioglimento delle nevi è ai minimi, le piogge invernali e primaverili sono quasi completamente mancate, e le ondate di caldo già ai massimi in maggio - che dovrebbero continuare nelle prossime ore per l’arrivo dell’alta pressione africana ribattezzata «Scipione» - rischiano di peggiorare una condizione di laghi e fiumi già eccezionalmente penalizzata.

A Ovest

L’Oglio e il lago d’Iseo, che in estate dissetano la pianura bresciana dell’ovest e in parte anche quella cremonese e bergamasca, stanno vivendo una prima parte di 2022 tribolatissima. L’acqua in uscita dal lago è prossima ai minimi storici addirittura dall’1 di marzo, quando dal Sebino uscivano 17 metri cubi al secondo contro una media storica dei minimi di 11.

Per riuscire a riempire il bacino lacustre in vista dell’avvio della stagione irrigua, il Consorzio del- l’Oglio aveva chiesto una deroga a Regione Lombardia alla quota di Deflusso minimo vitale, riducendolo. Come riferito a suo tempo dallo stesso Consorzio «la deroga era stata concessa» e se n’è usufruito per circa 40 giorni, tempo in cui si è potuta ridurre la quantità di acqua in uscita al livello di emergenza di 10 metri cubi al secondo fin dalla metà di aprile.

L’«accumulo spinto» è durato fino al 22 maggio, quando durante il giorno sono usciti dall’Iseo 9 metri cubi al secondo contro un livello dei minimi di 24 e un livello medio distantissimo (calcolato per gli ultimi ottantanove anni) di 82.

La scorta

«Ad oggi - spiegano dal Consorzio dell’Oglio di via Solferino - il rifornimento alle irrigazioni ha preso il via da una settimana. Il riempimento del lago è arrivato a 80 centimetri e non ai 110 consentiti dai limiti di legge fissati alla regolazione, che significa una carenza di 18 milioni di metri cubi. Dai 20 centimetri sotto lo zero idrometrico di fine inverno, ai + 80 centimetri del 25 maggio comunque si sono incamerati 58 milioni di metri cubi, grazie alla deroga al deflusso minimo vitale ma anche a una parte di portata naturale».

Le previsioni? Per gli esperti del Consorzio «se non ci saranno perturbazioni di rilievo il rischio è che la scorta accumulata con tanta fatica possa finire già a fine giugno, in largo anticipo sul traguardo che per le stagioni ottimali è fissato al 20 agosto, nonostante una gestione che in queste settimane è stata più fine e puntigliosa possibile».

Dal 25 maggio a oggi, in una sola settimana, il livello delle acque dell’Iseo è già calato infatti di ben 10 centimetri. Dopo qualche anno di piena salute la condizione siccitosa del territorio sta riducendo anche le grandi scorte del lago di Garda, che nonostante tutto appare ancora in discreta salute. L’ultimo rilevamento dell’Agenzia interregionale per il fiume Po - l’ente gestore - dice che il livello del più grande lago italiano in queste ore è di 88 centimetri sopra lo zero idrometrico, a fronte di una media del periodo di 106 centimetri e quindi un ammanco di risorsa sullo stato ottimale di 66 milioni di metri cubi.

Secondo la direzione di Aipo «l’acqua per arrivare alla fine della stagione non manca ma non c’è dubbio che senza l’aiuto del meteo il lago sarà in buona parte svuotato per sostenere le coltivazioni della campagna. Coltivazioni - dei consorzi di bonifica Garda-Chiese e Territori del Mincio - che hanno un fabbisogno stagionale di 900 milioni di metri cubi di acqua. In questo momento il rilascio verso i campi è di 65 metri cubi al secondo - ricordano da Aipo -. Una quantità giusta viste le condizioni del territorio, che potrà anche crescere in accordo con l’Autorità di bacino, ma per volontà dell’Agenzia di gestione e non per imposizione».

Il minore dei bacini maggiori bresciani, il lago d’Idro, dal 20 al 31 maggio ha perso ben 50 centimetri di livello dell’acqua, pari a 5,5 milioni di metri cubi. «La sua situazione aggiunge Aipo - è oggetto di valutazioni da Regione Lombardia e Provincia di Trento».ClimaFino ad ora l’annata più asciutta dal dopoguerra: è emergenza

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