La suora bresciana scrive dalla Siria: «Qui la gente è rimasta senza casa»
Siria e Franciacorta: due pezzi di una sola vita, quella di suor Mariangela Cavalleri. La monaca, originaria di Adro, vive dal 2005 nel Monastero trappista «Nostra Signora Fonte della Pace». La struttura si trova nel piccolo villaggio cristiano maronita di ’Azeir, in Siria, a pochi chilometri dal confine con il Libano. Qui suor Mariangela si è trasferita con un piccolo gruppo di sorelle, provenienti dalla casa madre del monastero Valserena di Guardistallo, vicino a Pisa. Una scelta non comune, quella di suor Mariangela, che ha preso i voti monastici ormai quasi sessant’anni fa. Solo da pochi mesi, però, si è rinsaldato il legame con la terra natìa.
A spiegarlo don Francesco Rezzola, parroco di Adro e di Torbiato: «Suor Mariangela Cavalleri è sorella di una nostra compaesana (Agnese, ndr.), che abita ad Adro. Attraverso la sorella siamo venuti in contatto anche con suor Mariangela: l’anno scorso è tornata occasionalmente in Italia e abbiamo avuto modo di incontrarci anche di persona. Da allora è nato un rapporto, uno scambio, fatto di preghiere e di informazioni, che diffondiamo alla nostra comunità».
Un ponte
Il ponte tra Siria e Adro si è rafforzato durante la durissima prova del terremoto che ha devastato la zona del confine siroturco, lo scorso 6 febbraio. «Fortunatamente - prosegue don Rezzola - la zona dove si trova il monastero non è stata colpita così duramente, ma le esigenze della popolazione si sono fatte sentire anche da altre aree. Le richieste sono ovviamente moltissime e anche noi abbiamo cercato di fare la nostra parte».
Raccolta fondi
La scorsa domenica c’è stata una raccolta di fondi, il cui ricavato verrà poi consegnato direttamente a suor Mariangela, un pezzo di Franciacorta al fianco di chi ha più bisogno. L’ultima lettera spedita alla comunità di Adro, pochi giorni or sono, certifica una situazione estremamente complicata: «Siamo sopravvissute al terremoto, ma c’è tanta, tanta povera gente che non ha un tetto, né una casa. Cerchiamo di fare qualcosa anche per loro, anche se è solo una goccia in mezzo al mare, collaborando con i Padri Francescani di Aleppo e Latakia, città tra le più colpite. A complicare il tutto ci sono stati i bombardamenti di Israele sugli aeroporti di Damasco e Aleppo, dove arrivavano gli aiuti, visto che almeno per 180 giorni sono state tolte alcune delle sanzioni che colpiscono questo popolo da anni. Speriamo sia per sempre».
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