La memoria è salva: recuperati libri e documenti preziosi
Per salvare la memoria di una comunità e per conoscere la sua storia, l’archivio è una fonte di valore inestimabile. Con questa consapevolezza, il parroco di Monte Isola don Davide Ottelli ha voluto restaurare e catalogare l’archivio parrocchiale.
Per effettuare quest’opera di recupero, analisi, censimento e catalogazione, don Davide ha chiesto aiuto alla storica montisolana Rosarita Colosio e all’archivista Mariella Annibale Marchina. Dopo circa tre anni di lavoro (gli incontri tra i tre iniziarono nell’autunno del 2017), moltissime ore trascorse in canonica a spolverare libri e documenti, a decifrarli e interpretarli, a riportarli in formato digitale, come ha fatto Annibale Marchina, oggi si può ufficialmente affermare che l’archivio parrocchiale di Monte Isola è sistemato e salvo.
È stato collocato all’ultimo piano della canonica di Siviano, in appositi armadi che custodiscono 911 volumi catalogati e documenti riposti in settantaquattro faldoni ed è disponibile per consultazioni, tesi di laurea e ricerche. La soddisfazione di chi ha curato il lavoro è grandissima: «Quando ho visto in che stato versava il materiale dell’archivio parrocchiale ho avuto una sorta di "choc" - racconta la Marchina, che è stata responsabile dell’Archivio di Stato di Brescia -: molti libri, trovandosi in cantina, presentavano muffe dovute all’umidità, tanto che per maneggiarli abbiamo usato guanti e mascherine; volumi e documenti erano accatastati, ammucchiati tra un trasloco e l’altro, così ho accettato volentieri questa sorta di "missione"».
Il patrimonio si compone di alcune «cinquecentine» con temi religiosi, libri del ’600 e ’700, collane della Bibbia, vite di santi e storia della chiesa. Molti libri provenivano dalla biblioteca del monastero dei francescani dell’isola di San Paolo. Ci sono poi numerosi testamenti e documenti anagrafici perché la Parrocchia faceva funzione di registro di nati, morti, matrimoni e cresimati.
«Siamo venuti in possesso - spiega la Colosio - di una parte di storia molto interessante che ha messo in rilievo quante morti precoci ci furono sull’isola nel 1800-1900, quanti bambini ma soprattutto bambine orfane furono consegnate, dalla ruota degli esposti, alle famiglie che le richiedevano, espressamente femmine, per poi poterle mandare a lavorare la rete nei retifici».
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