La città della musica in Franciacorta? Un’opera «spropositata»
Un’opera «spropositata», che porta «consumo di suolo, traffico e nuovo inquinamento a pochi passi dai vigneti delle bollicine di Franciacorta». Viviana Beccalossi, presidente del Gruppo misto in Regione Lombardia, ha presentato un’interrogazione all'assessore al Territorio e Urbanistica Pietro Foroni sul progetto della Franciacorta Concert Hall a Erbusco, chiamata anche «città della musica».
«Ho chiesto a Regione Lombardia di vederci chiaro - spiega Beccalossi in una nota -. Quattro anni fa i cittadini hanno bloccato con un referendum il raddoppio del centro commerciale Porte Franche. Oggi, seppure con un progetto completamente diverso, si vuole intervenire sulla stessa area. Non vorrei che si voglia far rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta».
La consigliera regionale punta il dito contro l’impatto ambientale dell’opera: «Mi preoccupa capire come si pensa di procedere in un'area sulla quale gravano vincoli agricoli e paesaggistico-architettonici», dice. Nell'interrogazione, che verrà discussa al Pirellone il prossimo 3 marzo, si evidenziano diversi aspetti: circa 30mila mq di terreno interessato dal progetto sono classificati come «zona agricola di salvaguardia» e sono presenti siti archeologici di epoca romana. Inoltre, sempre secondo Beccalossi la richiesta di un Accordo di programma con la Regione come capofila permetterebbe di dare il via a un intervento con nuovo consumo di suolo, che il Comune non potrebbe altrimenti autorizzare.
«Siamo nell'ambito del Piano territoriale regionale d’area Franciacorta, che da assessore ho avuto l'onore di approvare e che ha come fine principale la valorizzazione di questo territorio nel rispetto del suo paesaggio e del suo ambiente». Beccalossi sottolinea le molte sollecitazioni ricevute da parte di cittadini e associazioni, tutte con un punto in comune: la preoccupazione per il progetto.
«Il minimo che si possa fare è mettere in tavola tutte le carte nella massima trasparenza e consentire ancora una volta a chi ci vive di poter esprimere il proprio parere», conclude la consigliera.
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