La chiazza delle contraddizioni
Sul lago d'Iseo incombe la chiazza delle contraddizioni, senza certezze su cosa l'abbia causata. Per la Provincia di Brescia «l'Arpa ha comunicato di aver riscontrato la presenza di alcuni metalli». Dichiarazioni cui ha fatto eco quella del direttore dell'Arpa di Brescia, Giulio Sesana: «Sono stati individuati valori di ferro, alluminio, boro e di altri elementi che suggeriscono la necessità di indagare ulteriormente».
Fin qui tutto chiaro: almeno fino alle dichiarazioni, affidate a un comunicato stampa, dell'assessore regionale all'Ambiente Claudia Terzi. «Tutto fa pensare - ha spiegato l'assessore - si sia trattato di un fenomeno estemporaneo, probabilmente determinato dalle abbondanti precipitazioni. Il lago è sicuro».
Nella nota vengono esclusi «elementi che facciano pensare a sostanze inquinanti e nocive per la salute». Poi, in tarda serata, una puntualizzazione: «Restano sotto osservazione i parametri di ferro, boro e alluminio, anche se non destano preoccupazioni».
È la cronaca di una giornata - quella di ieri - dedicata alla «maxi macchia» sebina, al centro di incontri in Regione e in Provincia. Mentre infatti, a Palazzo Broletto, si teneva una seduta straordinaria della Commissione ambiente, al Pirellone l'assessore regionale Terzi partecipava a un vertice coi responsabili dei dipartimenti provinciali Arpa e Asl di Bergamo, Brescia e Vallecamonica-Sebino.
Al termine della Commissione provinciale è stato possibile carpire qualche informazione riguardo alle analisi dell'Agenzia regionale: «L'Arpa mi ha comunicato di avere riscontrato, dal punto di vista chimico, la presenza di alcuni metalli - ha dichiarato l'assessore provinciale all'Ambiente Stefano Dotti -: può darsi si tratti di un problema legato agli sfioratori, ma non abbiamo la certezza di quale sia la fonte inquinante».
Diverso il contenuto della nota diffusa dalla Regione, nota che sottolineava come «la relazione presentata da Arpa e Asl escluda ogni possibile forma di inquinamento».
Nessun riferimento, quindi, alla presenza di metalli. A rendere più ingarbugliata la matassa ci ha pensato il consigliere provinciale Diego Invernici («Fratelli d'Italia»), cui si deve la richiesta di convocazione della Commissione di ieri e che a Pisogne siede sui banchi dell'opposizione: «Queste dichiarazioni contrastanti ci preoccupano - ha detto Invernici -: i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità. Diversamente, potrebbe nascere il dubbio che si voglia nascondere la vicenda».
Altrettanto dura la presa di posizione di Legambiente: «Sembrano le comiche - ha accusato il presidente degli ambientalisti del basso Sebino Dario Balotta -: le tracce di metalli potrebbero riaprire l'annoso problema della Valcamonica, ovvero la forte presenza di polveri derivanti dalle attività delle acciaierie». In serata, il parziale dietrofront del Pirellone (che aveva parlato anche di «valori molto bassi di Escherichia coli»), con l'ultimo comunicato: «Restano sotto osservazione i parametri di boro, ferro, alluminio, che pur segnalando concentrazioni di qualche centinaio di microgrammi, non destano preoccupazione per la salute e l'ambiente».
Federica Bonetti
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