La chiazza del Sebino finisce in Procura

Dario Balotta di Legambiente ascoltato «come persona informata sui fatti», attesi i risultati
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Il caso della maxi chiazza nel lago d'Iseo finisce in Procura. Il presidente di Legambiente del Basso Sebino Dario Balotta è stato ascoltato martedì negli uffici di via Lattanzio Gambara.

«La Procura di Brescia ha chiesto di sentirmi in qualità di persona informata dei fatti - dichiara Balotta - in seguito alle nostre segnalazioni di inquinamento sul lago d'Iseo». Non ha ancora una provenienza certa la macchia comparsa nel lago d'Iseo sabato 13 aprile. Alle già paventate mille ipotesi, spunta anche il sospetto che la chiazza sia legata ad un'alga non autoctona del lago d'Iseo.

Ripercorriamo però la vicenda: sabato 13 una macchina fotografica immortala un'enorme chiazza nelle acque del lago d'Iseo. La denuncia mediatica di Legambiente scatta quattro giorni dopo. È martedì 16 aprile quando un comunicato degli ambientalisti grida al «maxi inquinamento del lago d'Iseo». La causa, per Legambiente, sarebbe attribuibile allo sfioratore di Pisogne, colpevole della fuoriuscita, come si legga in nota, di «un getto continuo e concentrato di liquami e oli fumanti». Mercoledì 17 lo sfioratore diventa così l'osservato speciale. I tecnici di AoB2, gestore del sistema idrico di Pisogne, effettuano accertamenti sull'impianto d'ingegneria idraulica.

I rilievi e i rapporti del telecontrollo accerterebbero però che lo sfioratore incriminato non ha subito arresti o blocchi. Venerdì 19 viene scagionato anche il sistema fognario di Pisogne. Infatti, dalle prime analisi compiute dall'Agenzia Sanitaria di Bergamo e dall'Arpa di Brescia non si evidenzierebbero valori di coliformi fecali fuori norma. L'Agenzia Regionale per la Protezione dell'ambiente scarta anche l'ipotesi che la macchia sia legata ad una fioritura algale. L'Asl di Bergamo individua la presenza di un cianobatterio, il Placktothirix Rubescend, rilevato in concentrazioni però troppo basse per riuscire da solo ad innescare un tale fenomeno. Mentre i tecnici si concentrano su nuovi rilievi e campionature da svolgersi anche in profondità.

Le autorità locali di Pisogne si mettono al lavoro per verificare gli scarichi pubblici ed industriale. I controlli compiuti dai carabinieri e dalla Polizia locale di Pisogne non registrerebbero però anomalie o situazioni sospette. Per oggi a dieci giorni esatti dall'inizio del tam tam, l'Arpa di Brescia dovrebbe stilare gli esiti completi, per fare chiarezza sul giallo del lago.

Federica Bonetti

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