La biblioteca zen supera la prova dei cittadini

In pochi mesi 100 nuovi iscritti e grande affluenza di studenti alla sala studio
Il giardino. Sono appena stati inaugurati anche gli spazi interni - © www.giornaledibrescia.it
Il giardino. Sono appena stati inaugurati anche gli spazi interni - © www.giornaledibrescia.it
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Cento nuovi iscritti in pochi mesi. E un’ottantina di badge per studenti chini sui libri, a tutte le ore del giorno. L’Amministrazione comunale esulta: la nuova biblioteca sembra essere gradita alla cittadinanza che, dopo qualche remora iniziale, ha accolto di buon grado il trasferimento del servizio dalla piazza in via Risorgimento.

I lavori si sono chiusi definitivamente solo pochi giorni fa, quando il cantiere allestito per il completo rifacimento dell’area esterna alla biblioteca ha lasciato spazio ad un ampio giardino totalmente nuovo di zecca. Tracciati in pietra locale, statue, panchine, vasche contenenti letti di ghiaia, un ponte in ferro e una fontana zen: il parco (circa 2000 metri quadri complessivi, ispirati ai giardini di pietra giapponesi) sorge sulle ceneri dell’ex Municipio, abbattuto lo scorso anno, e vuole essere - oltre che area a disposizione della comunità - un prolungamento vero e proprio della biblioteca intitolata alla poetessa statunitense Emily Dickinson.

«Quello era il nostro obiettivo principale - dicono in coro il primo cittadino Carlo Tengattini e l’assessore alla Cultura Leda Liborio - e, a giudicare dall’aumento di iscritti e dalla richiesta di badge da parte degli studenti per la nuova aula studio, sembra che il nostro lavoro sia stato apprezzato. Ora vogliamo che i giardini diventino protagonisti dell’attività della biblioteca: ecco perché faremo in modo che la ludoteca, le letture, gli incontri e altri laboratori possano svolgersi anche all’aperto, approfittando dei nuovie accoglienti spazi».

Oltre al taglio del nastro della nuova biblioteca, l’Amministrazione comunale nei giorni scorsi ha anche svelato la targa di intitolazione della piazza comunale al cantautore genovese Fabrizio De Andrè: una sua statua campeggia ora nell’agorà lacustre.

 

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