Insospettabili nei guai, gestivano squillo e «case chiuse»
Lui procurava gli spazi. Loro i clienti. Il lavoro è mancato solo nei mesi del lockdown. Prima e dopo, nelle case di appuntamenti che i tre avevano allestite ad Ospitaletto, Erbusco e Lonato, il fatturato non è mai stato un problema.
I carabinieri della stazione di Ospitaletto si sono presentati al loro cospetto con la denuncia per sfruttamento della prostituzione e hanno apposto i sigilli ad appartamenti ed uffici utilizzati per il loro business illecito. Nei guai ci sono finiti un bresciano, una bergamasca e una mantovana: tre cinquantenni insospettabili, protagonisti di una vita abbondantemente al di sotto delle righe (almeno all’apparenza), lontani dai giri e con la fedina penale immacolata.
I delinquenti si occupavano degli annunci sui siti internet di settore e rispondono al telefono. Prendono le chiamate dei potenziali clienti e - secondo quanto ricostruito dai carabinieri - fanno da filtro con le ragazze a libro paga, facendo da cuscinetto per tenere al riparo la privacy delle ragazze, ma anche per impedire loro un contatto diretto con gli avventori. Ora sono senza business e senza locali.
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