Inizia la vendemmia, «ma non si trova manodopera italiana»
Parte dalla Franciacorta la vendemmia 2018 in Lombardia, con l’avvio della raccolta nei vigneti della cantina Guido Berlucchi di Erbusco. Vendemmia anticipata rispetto alle altre aree della regione grazie al microclima che contraddistingue del Monte Orfano che permette infatti di anticipare la raccolta di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco.
L’avvio della vendemmia è stato battezzato dall’assessore all’agricoltura della regione Lombardia, Fabio Rolfi, che a proposito dei danni da calamità naturali che hanno interessato l’agricoltura lombarda, è tornato sul tema delle assicurazioni e sui crediti di 60 milioni di euro che i produttori lombardi avanzano da Agea, l’agenzia nazionale per l’erogazione in agricoltura.
A colpire, oltre ai numeri, è un altro fattore: la manodopera, indispensabile per una raccolta che sia di alta qualità. «Gli italiani non vogliono più vendemmiare», parola di Arturo Ziliani, amministratore delegato di Berlucchi, che da anni ormai appalta ad alcune società esterne la raccolta dell’uva. «Trent’anni fa la vendemmia era una vera e propria festa cui si aggregavano studenti, pensionati e tanti che vuoi per necessità vuoi per piacere trascorrevano giornate nei campi. Oggi – aggiunge – di manodopera italiana non se ne trova e la maggior parte delle cantine sono costrette a rivolgersi fuori».
Non si tratta di cooperative ma di vere e proprie società che prestano la forza lavoro, quasi prevalentemente di origini straniere: rumeni, bulgari, albanesi, ma soprattutto africani del Mali, Senegal, Gambia, Nigeria. La ragione del perché gli italiani rinuncino è presto detto. Quanti sarebbero disposti ad iniziare il lavoro il 9 agosto? «Si lavora i fine settimana e a ferragosto – insiste Ziliani – e poi la vendemmia è diventata anche più veloce con tecniche innovative. Insomma per queste e altre ragioni di manodopera italiana non se ne trova».
Quella del lavoro stagionale è una problematica che anche il governo giallo-verde sta dibattendo nei palazzi romani, avendo forse trovato la soluzione con la reintroduzione dei voucher proprio per il lavoro agricolo.
Provvedimento che accontenta anche la Coldiretti, che ha ampiamente manifestato il dissenso della categoria per la mancanza di manodopera. A far felice l'associazione dei coltivatori sono però anche le previsioni sulla produzione vitivinicola di quest'anno: «Per il Franciacorta il 2018 promette una crescita in termini di qualità e quantità dell’uva di circa il 10-15% rispetto alla media di questi anni - dice Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia - per la nostra regione l'export vale più di 270 milioni di euro».
Una produzione che potrebbe però avere un incremento addirittura del 30%: «Gli eventi temporaleschi di giugno e luglio non hanno inciso, fortunatamente sull'ottima produzione di quest'anno. Speriamo nella clemenza del tempo in questa parte di estate che si avvia verso il termine: se così sarà, per quantità e qualità potrà essere un'annata da record».
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