Incidente in canoa, Francesca non ce l'ha fatta
Francesca non ce l'ha fatta. E' spirata all'Ospedale Civile la ragazzina di 13 anni che venerdì pomeriggio si era capovolta con la canoa lungo il fiume Oglio, a Palazzolo. Troppo lunga la permanenza sott'acqua, prima che i soccorritori riuscissero a trarla in salvo. Francesca Belotti, questo il suo nome, aveva reagito ai primi soccorsi. Pur in gravissime condizioni era arrivata viva in Ospedale e la speranza di tutti era quella di vederla piano piano riprendersi. Invece la tragica notizia è arrivata nel primo pomeriggio: Francesca ha chiuso gli occhi per sempre.
La tragedia si è consumata venerdì, intorno alle 18.20, nel tratto di Oglio che dalla passerella pedonale corre fin verso la Castrina (a sinistra) e la Rosta sulla riva opposta. A pochi colpi di pagaia dalla sede del Kayak Canoa Club di Palazzolo.
Secondo una prima ricostruzione, a quell'ora nell'Oglio si stavano allenando cinque o sei canoisti, in vista di una delle prime gare stagionali. La forte corrente, all'altezza del vecchio ponte in pietra, ha tradito Francesca: la sua canoa prima ha sbandato, poi si è messa di traverso incagliandosi contro il pilone più basso del ponte, o meglio cozzando contro il «frangiflutti» tra il primo ed il secondo arco.
L'allarme è stato immediato poiché alla scena hanno assistito anche numerosi passanti e residenti di via Cesare Battisti. I primi a tuffarsi nel fiume ed a tentare di far riemergere la ragazza spinta sotto il pelo dell'acqua sono stati proprio i membri del Kayak Canoa Club «La Rosta»: alcuni di loro erano già sul fiume in canoa, altri hanno percorso quei cento metri che separano la loro sede dal ponte in pochi secondi.
Tra loro l'istruttore Renato Teroni, presidente del circolo, suo padre Gianfranco ed un Vigile del fuoco volontario richiamato dalle urla delle compagne di allenamento della tredicenne. Il problema principale era quello di riuscire a sollevare dall'acqua Francesca, incastrata nella canoa, lottando contro il tempo e contro la corrente che invece la spingeva sempre più sotto. Solo con l'aiuto di numerose braccia e di corde dopo dieci, quindici interminabili minuti il kayak è stato liberato da quella morsa e trascinato un centinaio di metri più a valle, dove il fiume s'allarga e crea un'ansa.
Qui i Vigili del fuoco volontari di Palazzolo e i sanitari della Croce Rossa Italiana hanno eseguito a lungo le manovre di rianimazione, alternandosi tutti allo spasimo finché non sono stati registrati cenni di ripresa. Solo a quel punto l'ambulanza è partita a sirene spiegate verso il Civile di Brescia. Inutile ogni cura. Troppo a lungo Francesca è stata prigioniera dell'acqua.
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