Incidente a Cazzago, il direttore della cantina schiacciato da un macchinario
Lo hanno trovato poco dopo le 14.30 i colleghi che non lo vedevano da diverse decine di minuti dopo la pausa pranzo. Lui, Massimiliano Piermattei, «capocantiniere», ovvero direttore della prestigiosa cantina Monte Rossa di Cazzago San Martino, era riverso a terra, schiacciato dalla rotazione delle moderne macchine «gyropalette» che in quasi tutte le grandi cantine franciacortine realizzano la lunga e laboriosa funzione del «remuage», l'antico procedimento che consiste nel girare molto gradualmente ogni bottiglia su se stessa.
I colleghi hanno immediatamente agito sul pulsante di emergenza delle macchine in rotazione e hanno estratto Piermattei dall’impianto. Ma le lesioni di schiacciamento riportate sono parse subito gravissime. Quando sono intervenuti gli uomini del 118 con l’auto medica, per il 50enne non c’era più nulla da fare. La rotazione della macchina lo ha schiacciato contro il traliccio in acciaio che sostiene il cestello nel quale vengono collocati contenitori con almeno 500 bottiglie alla volta e l’enorme pressione del peso e delle masse in rotazione ha fatto il resto. Sul posto carabinieri della Compagnia di Gardone val Trompia, i Vigili del fuoco e i tecnici dell’Asst.
Chi era
Aveva una passione viscerale per il suo lavoro e quella cantina che considerava da decenni parte della sua vita. Massimiliano Piermattei, 50 anni, padre di tre figli, enologo ed ex studente della Pastori, una delle scuole a Brescia più prestigiose per chi è vocato all’agricoltura, viveva la sua quotidianità a contatto delle cose che amava.
Era diventato da 10 anni direttore della «Monte Rossa» dove già da anni lavorava e dove la proprietà lo considerava un componente fondamentale e una persona di famiglia. Dal canto suo Massimiliano, originario di Capriolo, viveva a Castel Mella con la famiglia e i tre figli di cui era orgogliosissimo. Nutriva una grande passione per la montagna e per il bel canto, tanto che partecipava ad un coro alpino.
Sono quindi diverse le comunità che da ieri piangono il cinquantenne: a Castel Mella dove la famiglia è considerata e stimata e a Cazzago San Martino dove Massimiliano ha sempre dato il massimo per l’affermazione internazionale della «sua» cantina. Anche per questo in serata è giunta una lettera alla proprietà, alla famiglia della vittima e ai colleghi del sindaco di Cazzago, Fabrizio Scuri, rimarcando il dolore della comunità per questa perdita e per l’incidente accaduto. «Siamo vicini alla famiglia, alla proprietà e ai colleghi di Massimiliano per quanto accaduto. Siamo desolati e esprimiamo il cordoglio della comunità di Cazzago per l’incidente. In questo momento di dolore non ci sono parole che possano lenire quanto accaduto» ha detto il sindaco. Da ieri l’azienda è chiusa per lutto.
L’ipotesi
Non è chiaro che cosa possa essere accaduto: i colleghi hanno spiegato che il direttore Piermattei voleva seguire in prima persona ogni lavorazione. Quindi al termine della pausa pranzo è sceso nelle linee del remuage a controllare l’andamento della lavorazione. Nella cantina la linea di rotazione automatica delle bottiglie è nuova: tutta a norma e munita delle previste misure di sicurezza. Si tratta di un impianto adeguato ai grandi numeri della Monte Rossa, una cantina che negli anni si è segnalata per la qualità dei prodotti e per le procedure scrupolosamente rispettate nella produzione dei vini.
Pare quindi che il direttore, per ragioni ad ora non note, si sia chinato a terra per spostare un cavo o manipolare una presa. L’unica cosa certa è che la macchina era in funzione e il cestello ha ruotato di qualche grado come previsto del programma finendo per bloccare il torace dell’uomo contro i supporti. Poi le ulteriori rotazioni imposte al meccanismo hanno fatto il resto.
Come funziona l'impianto
Queste linee industriali sono realizzate su brevetto francese e svolgono il «remuage» da oltre vent’anni per realizzare champagne e tutti i vini spumanti che lo richiedono, tra cui le nostre bollicine. Si tratta di impianti automatici gestiti da un quadro elettrico a bordo macchina, da cui predisporre i timer, l’avvio del ciclo e la durata della rotazione. Sono dispositivi robusti, affidabili e che richiedono poca manutenzione. In pochi giorni, con precise operazioni di rotazione e ribaltamento, fanno «scivolare» verso il collo i lieviti contenuti nella bottiglia. Le linee sono composte da 1 a 6 gabbie e sono adatte per produzioni da 5.000 a più di 150.000 bottiglie per macchina e per anno.
Lo scopo del remuage è quello di raccogliere il deposito della fermentazione nella bottiglia. Questo antico procedimento consiste nel girare molto gradualmente ogni bottiglia su se stessa, facendola passare da una posizione orizzontale a una posizione verticale. Così, il deposito scenderà nel collo della bottiglia. Abbandonate le «pupitre» di legno, ora ci si affida all’elettronica e alla meccanica.
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