Imprenditore dona 200mila euro per la Santissima di Gussago
Un finanziamento a fondo perduto di 200mila euro da parte di un generoso imprenditore gussaghese (che preferisce - per ora - mantenere l’anonimato) per il progressivo recupero della Santissima e per il ripristino di una prima porzione del convento domenicano quattrocentesco trasformato da Rodolfo Vantini nella prima metà dell’Ottocento in un castelletto residenziale neogotico
. I fondi raccolti dai privati e dalle aziende con il sistema fiscale dell'Art bonus ammontano, per lo splendido edificio gussaghese che domina il paese dal colle Barbisone, a 214mila euro, tra cui la prima metà dei 200mila dall’imprenditore; l’altra arriverà in febbraio. Il punto della situazione sull’Art bonus e sui progetti che saranno affrontati a stralcio, in direzione di una possibile destinazione museale, è stato compiuto dal sindaco, Giovanni Coccoli nel Consiglio comunale delle scorse ore. Il primo intervento configurato riguarda la messa in sicurezza e la risistemazione del tetto della chiesa e del portico a nord. Si lavorerà, con la massima delicatezza, anche nel portico stesso e nell’edificio religioso, intervento, questo, che si prospetta come il più delicato di questa campagna di intervento.
«Il Comune aggiungerà la somma restante fino a raggiungere 430mila euro – ha spiegato Coccoli -: questo il totale che comprende art bonus e anche contributo statale per 45mila euro destinati alla progettazione definitiva ed esecutiva. Una cifra importante. Possiamo quindi partire con le operazioni preliminari e avere pronto, per gennaio, il progetto». A quel punto il Comune provvederà a pubblicare la gara di appalto per l’esecuzione dei lavori del primo lotto che, ha sottolineato il primo cittadino di Gussago: «riguarda tutta la porzione di chiesa: si interverrà per il recupero della sala interna, dell’altare, del portico e dell’area porticata rivolta a nord, dove troveranno molto probabilmente spazio i bagni. Verrà inoltre ricavato uno spazio adibito a cucina per eventuali eventi. Con la soprintendenza abbiamo concordato anche un piccolo alloggio destinato a una custodia».
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