Il terribile 5 novembre 1944: 3.100 colpi contro il battello Iseo

Ricostruita dagli esperti di AirCrashPo attraverso i documenti degli archivi Usa il terribile episodio di 77 anni fa: 42 morti
Il battello Iseo in una foto storica - © www.giornaledibrescia.it
Il battello Iseo in una foto storica - © www.giornaledibrescia.it
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Una domenica di novembre. Il giorno 5 del mese, anno 1944. Dodici aeroplani americani in volo fra la Toscana e il Bresciano. Una missione: distruggere un ponte ferroviario a Marone. Tremilacento proiettili. Quelli che centrarono un bersaglio «occasionale», vale a dire il battello Iseo che in quel momento incrociava nelle acque del lago omonimo, fra Tavernola e Montisola, con a bordo 120 persone. Civili, residenti della zona, lavoratori, donne, uomini, bambini. Le cronache di allora documentano 42 vittime, 4 dispersi, 33 feriti

Una delle pagine più sanguinose della Seconda guerra mondiale per la nostra provincia risale a 77 anni fa come oggi. E proprio a distanza di tanti decenni, quel terribile episodio trova una ricostruzione storica più completa attraverso la consultazione degli atti conservati al National Archives and Records Administration (Nara) di College Park (Maryland), l'archivio di tutti i documenti militari non soggetti a secretazione degli Stati Uniti.

Il battello Iseo come appare oggi: nel 2020 sono stati annunciati lavori di riqualificazione - © www.giornaledibrescia.it
Il battello Iseo come appare oggi: nel 2020 sono stati annunciati lavori di riqualificazione - © www.giornaledibrescia.it

A occuparsi della ricostruzione sono stati gli esperti di AirCrashPo, sodalizio da anni impegnato nella ricerca e nella riscoperta dei resti di aeroplani caduti durante l'ultimo conflitto bellico nel Bresciano (e non solo), che hanno al loro attivo prestigiosi ritrovamenti, tra gli ultimi l'aereo di un asso italiano quale Adriano Visconti sulle cime che dominano Tremosine.

La ricerca documentale è parte fondamentale dell'opera di questi archeologi dell'aria (tra loro, in particolare Agostino Alberti, Matteo Annoni, Luca Merli, Diego Vezzoli) e la consuetudine con gli archivi di aviazioni di mezzo mondo li ha condotti questa volta a cercare di restituire alla terribile vicenda del 1944 alcuni aspetti fino ad ora rimasti confinati ai margini della storia - è il caso dell'impressionante numero dei proiettili sparati: ben 3.100 -, in qualche caso correggendo dettagli, come il numero dei velivoli coinvolti: per le cronache dell'epoca nove, ora si scopre otto (dei dodici totali in volo).

Un ex voto dedicato da sopravvissuti al terribile mitragliamento del 1944 - © www.giornaledibrescia.it
Un ex voto dedicato da sopravvissuti al terribile mitragliamento del 1944 - © www.giornaledibrescia.it

Su tutto emerge un dettaglio: gli equipaggi americani, nei loro rapporti, non rivendicarono alcun risultato operativo circa il mitragliamento del traghetto, che qualificarono come «senza esito». La storia non dice se perché realmente inconsapevoli delle conseguenze terribili di quel massiccio mitragliamento (complice forse il fatto che il battello non affondò: è rimasto in linea fino ad anni recentissimi e tuttora è oggetto di progetti di riqualificazione) o se per consapevolezza del fatto che si trattava di un obiettivo non militare, sia pure rientrante nella logica prevista dai manuali di «psychological warfare» degli Alleati, la guerra psicologica che mirava a terrorizzare e rendere insicura la popolazione di un Paese nemico.

Nulla che possa cancellare il dolore e lo strazio di quelle ore lontane, eppure così vicine nel ricordo di un territorio, il Sebino, in cui per generazioni il solo nome del battello Iseo ha suscitato e suscita pietà e commozione e la cui memoria negli anni è stata tenuta viva da numerose iniziative (compresa una mostra documentale recente che attingeva ad atti italiani dell'epoca).

Quella che segue è la ricostruzione elaborata da AirCrashPo.

Alle 8:30 del 5 novembre 1944 dodici cacciabombardieri Republic P-47D 28-RE Thunderbolt appartenenti al 527th Fighter Squadron del 27th Fighter Group dell’U.S.A.A.F. (acronimo di United States Army Air Forces) staccarono le ruote dalla pista dell’aeroporto di Pontedera (Pisa), per l’ennesima missione - la numero 2.234 del reparto dal suo spiegamento nel teatro operativo mediterraneo - su un obiettivo tattico nella non lontana «Po Valley» (come gli Alleati definivano la Pianura Padana).

Un P-47 Thunderbolt - © www.giornaledibrescia.it
Un P-47 Thunderbolt - © www.giornaledibrescia.it

I grossi aerei americani, spinti dai potenti motori Pratt & Whitney R-2800, capaci di erogare 2.000 cavalli vapore, presero rapidamente quota e superata la dorsale appenninica, si diressero verso il «main target», ossia l’obiettivo primario della missione, un ponte ferroviario in K 960905, ossia a Marone, lungo la costa orientale del lago d’Iseo.

Le condizioni meteorologiche erano eccellenti, tradotte nell’acronimo «C.A.V.U.» ( Clouds Absent Visibility Unlimted: nuvole assenti, visibilità illimitata). I Thunderbolt volavano in tre «flights» di quattro aerei ciascuno, scalati a poca distanza l’uno dall’altro. Gli aviatori statunitensi giunsero sulla verticale del bersaglio poco dopo le 10, alla quota di 3.500 piedi e uno dopo l’altro, nel breve volgere di pochi minuti, sganciarono le 24 bombe da 500 libbre Rdx (esplosivo ad alto potenziale) sul ponte.

Stando al rapporto di missione redatto al rientro a Pontedera sulla base delle testimonianze rese dagli aviatori americani, vennero messi a segno «due centri in pieno sul ponte a Sud della stazione ferroviaria di Marone, in K 9689; 2 bombe colpirono ad Est, altre 2 ad Ovest del ponte e 18 ordigni caddero sui binari a Nord dell’obiettivo».

A quel punto, come sempre accadeva durante le missioni, la formazione si suddivise e mentre quattro P-47 puntarono verso la base, gli altri 8 andarono a caccia di «targets of opportunity», ossia di «bersagli occasionali».

Avvistato sulla superficie del lago d’Iseo un traghetto «diretto verso l’isola», scesero in picchiata ed effettuarono uno «strafing», ossia un mitragliamento aprendo il fuoco con le mitragliatrici di bordo.

Vennero sparati in tutto 3.100 colpi calibro 0.50 (12,7mm). Al rientro alla base gli aviatori statunitensi non avanzarono rivendicazioni e, a proposito del mitragliamento del traghetto, riferirono che l’attacco fu «senza risultati, senza esito».

Iseo, i funerali delle vittime del mitragliamento del 1944 - Foto Sbardolini, Iseo
Iseo, i funerali delle vittime del mitragliamento del 1944 - Foto Sbardolini, Iseo

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