Il sindaco di Adro alla speleologa: «Venga a raccontarci i segreti del sottosuolo»

Gli amici di Ottavia Piana, la 31enne recuperata ieri dalla grotta Bueno Fonteno: «Una persona prudente che non sottovaluta i rischi»
Il salvataggio di Ottavia Piana
Il salvataggio di Ottavia Piana
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Dal cielo al sottosuolo, dalle altezze - svariate decine di metri - di gru e piattaforme aeree fino alle grotte sotterranee, quelle che costellano il lato bergamasco del lago d’Iseo. La vita della 31enne Ottavia Piana, speleologa di Adro recuperata nel pomeriggio di ieri dalle cavità del Bueno Fonteno si divide tra questi due -apparenti - estremi.

La famiglia Piana, che vive nella frazione Torbiato di Adro, è infatti molto conosciuta non solo in Franciacorta per l’attività di famiglia, la «Piana Gru srl», uno dei punti di riferimento per il noleggio di gru e piattaforme in mezzo Nord Italia. Fondata nel 1980, l’azienda si trova al confine tra Cazzago San Martino e Rovato, a due passi dal casello della A4. Qui lavora la speleologa, assieme ai famigliari, ma appena può lascia il cielo per guardare in basso, dentro cunicoli e strettoie del sottosuolo. «Una passione che è nata almeno una decina d’anni fa - spiegano alcuni amici di Adro - e che l’ha assorbita. È comunque sempre stata una molto attiva, sportiva e amante della natura: negli anni passati spesso partecipava o direttamente organizzava escursioni in montagna. Poi ha preferito scendere verso il basso, ma è sempre stata una persona molto affidabile e prudente. Ama tanto la natura da sapere che, in certe situazioni, non è l’essere umano ad avere il controllo su tutto».

Proprio la passione ha spinto la 31enne a studiare e applicarsi, ottenendo nel settembre scorso l’ambita qualifica di istruttrice di speleologia, grazie al supporto di Speleo Cai Lovere e di Progetto Sebino. Una persona determinata ma pure riservata, Ottavia Piana, tanto che non erano in molti ad Adro a conoscere le sue passioni.

A seguire con apprensione il recupero che si è svolto ieri c'era anche il sindaco di Adro, Paolo Rosa: «Tutto è bene quello che finisce bene. Fino a domenica non sapevo dell'esistenza sul nostro territorio di un’appassionata e - mi dicono - preparata speleologa. Mi sento di augurarle, a nome di tutta la comunità di Adro e di Torbiato, una pronta guarigione e un buon rientro a casa sua».

Per la speleologa c’è comunque già un invito ufficiale. Parola, anche in questo caso, del sindaco Rosa: «Quando starà meglio e avrà tempo, organizzeremo sicuramente un incontro con lei. Ci piacerebbe che spiegasse alla nostra comunità la sua passione, le sue scoperte e - più in generale - i segreti che si trovano sottoterra. Sarebbe bello fare una conferenza, o un appuntamento, magari nella nostra biblioteca comunale». 

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