Il maltempo non lascia indenni gli alberi delle Torbiere
Il maltempo si è abbattuto ancora sulle Torbiere:vento e pioggia hanno danneggiato in questi giorni di maltempo le alberature, soprattutto quelle ad alto fusto nella Riserva Naturale.
Dopo i primi mesi dell’anno senza precipitazioni, le tanto attese piogge degli ultimi giorni, infatti, sono state accompagnate da forti raffiche di vento che hanno causato danni. E non da poco: il 24 maggio sono caduti cinque alberi e altri sono stati ridotti dalla furia delle raffiche che ne hanno rotto i rami, riversando tutto sui sentieri e la strada provinciale.
L’Ente gestore, grazie al contributo delle Guardie Ecologiche Volontarie della Provincia di Brescia, aveva liberato i sentieri rendendoli fruibili e in sicurezza in un paio di giorni. Dieci giorni dopo, però il maltempo si è abbattuto nuovamente sul Sebino. In questo caso i Vigili del fuoco e la Polizia locale del comune di Iseo sono dovuti intervenire per liberare un albero caduto sulla strada provinciale.
Gli alberi ad alto fusto che caratterizzano i bordi della Riserva sono stati piantati negli anni ’90 con l’intenzione di creare una barriera di mitigazione con la strada provinciale. A causa però dei cambiamenti climatici le alberature rappresentano ora un pericolo, così come evidenziato anche durante queste ultime settimane. Lo scorso anno, l’Ente gestore aveva ricevuto numerose critiche per un intervento di messa in sicurezza e di abbattimento di alcune alberature, molte delle quali morte o gravemente compromesse, presenti al confine con la strada provinciale.
«Il Consiglio di gestione -ha affermato il presidente Giambattista Bosio - ha approvato un progetto di rigenerazione ecologica tramite interventi mirati alla forestazione e conservazione della biodiversità su tutto il percorso nord, a confine con la strada provinciale, sul quale siamo in attesa di finanziamento da parte di Regione Lombardia l’amministrazione pubblica e quindi l’ente gestore della Riserva deve assicurare da una parte sicurezza dell’area e dall’altra la tutela della sua naturalità».
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