Il legni di recupero diventano nidi sommersi per i pesci del lago
Quattordici punti sott’acqua, in otto comuni del lago d’Iseo avranno delle nursery sommerse, costituite da fascine di legnami vari, per favorire la riproduzione dei pesci. In questi giorni, la società Manutenzione e Promozione Laghi, braccio operativo di Autorità di Bacino Lacuale, ha avviato il progetto destinato alla valorizzazione del fondale del Sebino, attraverso l’impiego del materiale legnoso flottante, raccolto nelle vicinanze della foce del Fiume Oglio. Una serie di ceppaie, composte da legname, ramaglie, residui legnosi recuperati dai battelli spazzini, vengono posizionate sul fondale del lago, ad una profondità compresa tra i 6 ed i 10 metri nelle acque dei comuni di Iseo, Sale Marasino, Montisola, Lovere, Castro, Tavernola Bergamasca, Riva di Solto e Costa Volpino.
«Sono veri e propri habitat sommersi composti di tre differenti tipologie, gruppi di ceppaie, di fascine e alberi frondosi - ha spiegato Marco Terzi, amministratore unico di Mpl -. Una volta messi ed ancorati sul fondale, fungeranno da riparo ai pesci da predatori, e agevoleranno la riproduzione di molte specie ittiche, tra cui persico reale, luccio, anguilla e scardola». «L’obiettivo del progetto è quello di favorire al tempo stesso la biodiversità e la capacità portante dei laghi; la composizione dei diversi habitat è ricavata dal materiale legnoso raccolto dopo le piene del fiume Oglio nella zona della sua foce, così che il recupero ha una duplice valenza, una naturalistica e l’altra di ottimizzazione delle spese legate allo smaltimento di questo materiale».
Una risorsa
In questo modo la criticità rappresentata dallo smaltimento di quantità sempre più ingenti di materiale legnoso flottante nel lago, fonte di pericolo per la navigazione, può trasformarsi in risorsa per la diversificazione degli ecosistemi lacustri e per la fauna presente. La stessa operazione è stata eseguita anche nel bacino del lago di Endine, in località Fossadone. Il progetto sul lago d’Iseo ha visto un investimento di 380mila euro, messi a disposizione da Regione Lombardia, per il bando «Interventi di tutela e risanamento delle acque lacustri» ed ha avuto, negli anni scorsi, delle fasi sperimentali nelle acque del basso lago. I risultati di queste sperimentazioni sono stati verificati come positivi e, da qui, è nato il proseguimento, a livello più esteso, del progetto.
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