Il lago di Iseo è pieno al 90%, ma l'Anbi avverte: «Serve programmare un futuro idrico»
Le piogge di questi ultimi giorni hanno migliorato le condizioni dei laghi bresciani e in generale dei grandi laghi del nord Italia, ma per risolvere davvero la siccità servirebbero infrastrutture in grado di raccogliere e conservare l’acqua.
Lo sottolinea l’Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni (Anbi) nel suo monitoraggio settimanale pubblicato oggi. «Ciò che sta meteorologicamente accadendo sul Paese è l'evidente dimostrazione di quanto ripetutamente previsto e cioè di come, su ampie zone del Nord ad un lungo periodo di siccità stiano seguendo abbondanti piogge, il cui apporto non però è tesaurizzabile per la mancanza di adeguate infrastrutture di stoccaggio – scrive Francesco Vincenzi, presidente Anbi –. È una potenziale ricchezza d'acqua, che rischiamo di rimpiangere da qui a qualche settimana con l'arrivo del grande caldo. Per questo è necessario programmare un futuro idrico che, avviando concretamente un piano di invasi medio-piccoli, multifunzionali ed ecocompatibili, eviti il ripetersi delle litanie degli stati d'emergenza: i progetti ci sono».
I laghi bresciani
La buona notizia è che le precipitazioni di queste settimane e le temperature basse hanno contribuito a ritardare lo scioglimento della neve sui ghiacciai e a rivitalizzare i grandi laghi in sofferenza dopo il 2022 e un inverno 2023 particolarmente secco. Nel Bresciano è il lago d’Iseo a registrare il miglioramento più netto: dal 26 aprile il livello del Sebino è sopra la media storica di questo periodo e negli ultimi 15 giorni ha guadagnato ben 53 centimetri in altezza idrometrica stando ai dati degli enti regolatori pubblicati sul portale Laghi.net. Oggi il lago d’Iseo è pieno al 90% ed è il secondo dato migliore dopo il lago Maggiore.
Nel grafico qui sotto la linea blu rappresenta l'altezza idrometrica del 2023, quella verde la media storica, la rossa il livello massimo e la gialla il minimo.
Il lago di Garda continua ad allontanarsi centimetro per centimetro dai minimi storici del periodo ma resta abbondantemente sotto la media stagionale (oggi sarebbe 108,1 centrimenti ma il Benaco è fermo ai 67) e il riempimento è fermo al 51,4%.
Cresce anche il fiume Po, che però, pur nel miglioramento, evidenzia tutta la sua fase di crisi: dopo la piena morbida dei giorni scorsi non riesce a mantenere un livello di portata in linea con le medie e addirittura al rilevamento di Cremona ridiscende sotto il minimo storico.
Come va in Lombardia
In Lombardia migliora sensibilmente la situazione del fiume Adda, la cui portata sale in una settimana da 68 metri cubi/secondo a 117 mc/s. Un tale incremento non riguarda, però, Serio e Mincio, mentre il livello dell'Oglio cresce di circa mezzo metro. Complessivamente le riserve idriche lombarde sono superiori di quasi il 30% al 2022, ma praticamente dimezzate rispetto alla norma (-50,5%).
«Quanto queste piogge contribuiscano a risolvere l'insufficienza idrica, lo si potrà vedere solo nelle prossime settimane – precisa Massimo Gargano, direttore generale di Anbi –. Si sta infatti riproponendo la situazione del 2022, allorché uno sprazzo di primavera piovosa fece sperare in un'inversione di tendenza dopo l'inverno più arido da 70 anni: quando le piogge esaurirono i benefici sul clima, le anomalie di temperatura si acuirono con le conseguenze, che ancora si riverberano sulla scarsità di risorsa idrica».
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